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Def, prevale il realismo: crolla il pil, risalgono deficit e debito

cdm procedura infrazione

Crolla il pil, risalgono il deficit e il debito. Arriva la flat tax ma è coperta da un taglio delle agevolazioni fiscali. Stando alla bozza esaminata e approvata dal Cdm, il Def è stato scritto all’insegna del realismo. Un brusco risveglio, rispetto ai numeri prodotti finora dal governo giallo-verde.

“Nel quadro tendenziale, la previsione di crescita media del Pil in termini reali per il 2019 scende allo 0,1%, dall’1% del più recente documento ufficiale”. La crescita tendenziale aumenterà nel 2020 (0,6%), 2021 (0,7%) e nel 2022 (0,9%). Il programmatico invece è fissato 0,2% nel 2019, per poi salire allo 0,7% nel 2020, 2021 e 2022. Debito pubblico al 132,7% del Pil per quest’anno, in rialzo dal 132,2% del 2018 a causa della “bassa crescita nominale” e “rendimenti reali relativamente elevati”, con un calo nel 2020 al 131,7% e “via via fino al 129,8 per cento nel 2022”. Il rapporto deficit/Pil nel 2019 salirà dal 2% previsto nelle ultime stime del governo al 2,4% per poi scendere al 2,1% nel 2020 e all’1,8% nel 2021, entrambi i target comunque più alti di quelli fissati a dicembre (1,8% e 1,5%). Il deficit strutturale invece partirebbe da -1,6 nel 2019 (da -1,3) per poi arrivare a -0,8% nel 2022 “in linea con una graduale convergenza verso il pareggio strutturale”.

Nella bozza del Piano nazionale di riforme, allegato al Def, trova spazio anche la flat tax. “Il sentiero di riforma per i prossimi anni prevede la graduale estensione del regime d’imposta sulle persone fisiche a due aliquote del 15 e 20 per cento, a partire dai redditi più bassi, al contempo riformando le deduzioni e detrazioni. Per incentivare gli investimenti, le imprese potranno beneficiare di una riduzione dell’aliquota Ires applicabile agli utili non distribuiti”. La progressiva introduzione della flat tax, nelle attese de governo, “ridurrà il cuneo fiscale sul lavoro e sarà coperta da una riduzione delle spese fiscali, salvaguardando quelle destinate al sostegno della famiglia e delle persone con disabilità”. Già con la prossima manovra per il 2020 ci sarà un “paziente lavoro di revisione della spesa corrente” e “delle agevolazioni fiscali”.

Due, per ora, le indicazioni politiche più rilevanti. Primo, la sostanziale convergenza Salvini-Di Maio proprio sulla flat tax. “Noi partiamo da questo ragionamento per il ceto medio e per le famiglie che hanno bisogno con figli”, ha spiegato il vicepremier leghista, rispondendo sulla soglia di reddito a 50 mila euro. “L’importante è fare, è giusto parlare poi bisogna fare. C’è già una tassa ridotta quest’anno per le partite Iva, artigiani e commercianti vogliamo ridurle anche per le famiglie e i lavoratori dipendenti”. la replica del vicepremier Cinquestelle è coerente con questo impianto. “Sulla Flat tax come ho già spiegato ieri c’è tutto il mio sostegno se rivolta non ai ricchi ma, come abbiamo chiesto, al ceto medio, alle famiglie, alle imprese. Su questo mi faccio garante del suo inserimento nel Def e della sua prossima implementazione nei tempi previsti. Quello di cui non mi farei mai garante è lanciare slogan o promesse alla Berlusconi, come ho sempre spiegato settimane fa”.

Poi, c’è la valutazione del premier Giuseppe Conte, anche questa improntata al realismo.”Il libro dei sogni l’ho letto da piccolo, questo è il libro delle azioni”.

La nota diffusa al termine della riunione riassume gli aspetti principali dell’approccio del governo: “Confermati i programmi di governo: nessuna nuova tassa e nessuna manovra correttiva”. Il documento “conferma i programmi di governo della legge di bilancio e il rispetto degli obiettivi fissati dalla commissione Ue”.

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