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Di Maio e Salvini di nuovo uniti: giù tasse e no a manovra restrittiva

Si è concluso in modo “positivo” il vertice di ieri sera. Dopo le tensioni registrate nell’ultimo periodo, Palazzo Chigi è stato teatro di un ritorno di fiamma tra i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, che hanno voluto ribadire la piena fiducia nell’operato del premier Giuseppe Conte. “Nessuno riuscirà mai a mettermi contro il presidente del Consiglio perché Conte ha sempre portato avanti le battaglie all’Unione europea con il governo italiano e continueremo a farlo”, afferma Di Maio. E “non capisco le preoccupazioni di Conte. Io voglio fare il ministro dell’Interno e basta”, aggiunge Salvini.

I leader di Lega e M5S ritrovano la perduta intesa uniti da uno scopo comune: non far cadere il governo, tagliare le tasse, e evitare una procedura di infrazione ma senza una manovra correttiva. Ora che i giallo-verdi sono tornati compatti sul fronte degli obiettivi, la patata bollente passa al ministro dell’economia Giovanni Tria il quale, ora, dovrebbe trovare un modo per riuscire a portare su un piano concreto quanto concordato dai vicepremier.

“Al vertice un clima positivo di chi vuole lavorare al massimo per l’Italia. Il primo obiettivo e la priorità in questo momento è abbassare le tasse e lavoreremo per questo”, ha detto il vicepremier Pentastellato, precisando oggi su Rtl che “di manovre restrittive non se ne deve neanche parlare“. Sotto l’aurea del ritrovato accordo, ribadisce il concetto anche Salvini: “incontro positivo. Obiettivo comune è evitare l’infrazione garantendo la crescita, il diritto al lavoro e il taglio delle tasse. Non ci sarà nessuna manovra correttiva e nessun aumento di tasse”.

Durante l’incontro si è anche concordato di portare oggi in consiglio dei ministri il decreto sicurezza bis e di accelerare sulla proposta legislativa sul salario minimo attualmente in discussione presso la competente commissione al Senato. Il presidente e i vice torneranno a riunirsi nei prossimi giorni per completare il piano di azione da perseguire sino alla fine della legislatura. Ma sarà necessario un incontro con i tecnici del Mef e il ministro Tria per mettere a punto una strategia da adottare nell’interlocuzione con l’Europa, volta ad evitare una procedura di infrazione per il nostro Paese, e per impostare una manovra economica condivisa. Anche se Salvini e Di Maio, ora, sono anche uniti dalla convinzione che l’Ue non andrà fino in fondo con la procedura di infrazione: “non credo che la Ue arriverà fino in fondo. Quello che chiediamo è ragionevole. In caso contrario cominceremo col tenerci i sei miliardi che versiamo ogni anno nelle casse dell’Europa”, sottolinea il vicepremier della Lega. “Non so prevedere il futuro ma non credo che andranno fino in fondo”, conclude Di Maio. Quanto ai Minibot, “erano nel contratto di governo, ma non importa. Se non convincono io non mi impunto. Chiedo però a Tria e a Conte di trovare una soluzione rapida al problema”, conclude il leader del Carroccio intervistato da Libero e dalla Verità.

 

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