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Autostrade: risultati Mit parziali e pilotati. L’indennizzo c’è

autostrade ponte morandi

Le notizie sui risultati dell’esame del caso Ponte Morandi da parte della Commissione del ministero dei Trasporti sono state, finora, parziali. E pilotate. L’accusa è di Autostrade per l’Italia, che replica così ai primi stralci della relazione Mit riportati dalla stampa, stralci nei quali si faceva forte l’ipotesi di una revoca della concessione autostradale senza il pagamento di un indennizzo. Aspi infatti “contesta il metodo di diffusione alla stampa in modo pilotato e parziale di stralci di tale relazione, prima ancora che essa sia resa nota alla controparte, come è richiesto dal procedimento amministrativo in essere”.

La controllata di Atlantia (oggi in fondo al listino principale a -3,5%) ha appreso “solo da notizie di stampa dell’esistenza e dei contenuti della relazione della Commissione ministeriale insediata presso il Mit”. E sottolinea quello che è il punto principale di scontro con il M5s: “i termini della Convenzione prevedono, nella denegata ipotesi di revoca, il pagamento di un cosiddetto indennizzo che corrisponde al giusto valore della concessione, secondo i criteri contrattualmente previsti”. La sussistenza “di tale obbligo di indennizzo, come riportato dalla stampa, è confermata anche dalla stessa relazione della Commissione” rileva la società.

È vero, nell’abstract della relazione circolato in ambienti M5s, come riferisce l’Ansa, l’obbligo di indennizzo viene menzionato. Ma vengono menzionate anche gravi inadempienze, almeno secondo la lettura fornita dagli stessi M5s. Un utile riassunto dell’interpretazione del partito lo fornisce lo stesso ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli: “il Movimento 5 Stelle ritiene che, essendo venuto meno totalmente il rapporto di fiducia nei confronti di un concessionario che si è dimostrato incapace di gestire un bene pubblico, questo deve portare ad una evidente revoca della concessioni perché le relazioni fanno capire come il modello manutentivo applicato sul Ponte Morandi a Genova sia lo stesso applicato su tutti i 3mila Km” e “la revoca delle concessioni riguarda l’intera rete concessa”.

“Abbiamo avuto modo in questo fine settimana di leggere nel dettaglio tutte le 62 pagine del parere tecnico di una commissione tecnico-giuridica dello Stato in appoggio al mio ministero – ha spiegato Toninelli – e questa relazione dice una cosa chiara, ci sono le condizioni per un grave inadempimento sia degli obblighi giuridici della custodia del bene dato in concessione, sia dell’obbligo di restituzione”. “Tu concessionario – ha sottolineato – devi custodire il bene, fargli manutenzione e devi custodirlo com’era prima”. “Aspi – ha aggiunto- non è in grado di gestire la rete autostradale perché ha fatto crollare un ponte causando 43 morti”.

Eppure Autostrade si dice convinta che “non sembrerebbe emergere alcun grave inadempimento agli obblighi di manutenzione ai sensi del contratto di concessione. Peraltro, la presunta violazione dell’obbligo di custodia, di cui all’art. 1177 del codice civile, costituirebbe un addebito erroneo ed inapplicabile al caso di specie, trattandosi di una infrastruttura che sarà restituita allo Stato al termine della concessione, per effetto della sua ricostruzione affidata dal Commissario per Genova ed interamente finanziata da Autostrade per l’Italia”.

Inoltre “in merito ai riferimenti diffusi a mezzo stampa circa una ipotetica pericolosità di altre infrastrutture della rete, Autostrade per l’Italia ribadisce con forza che la sicurezza della stessa è stata confermata anche da ulteriori verifiche fatte da primarie società terze”. Nella sua nota la società “ricorda che sono ancora ignote le cause interne o esterne che hanno determinato la tragedia e l’accesso alla documentazione dei luoghi e dei fatti è ancora incompleto”.

La battaglia tra Movimento e Autostrade continua a svolgersi in maniera prevalentemente mediatica, quindi, in attesa del 15 luglio, data entro cui presentare un’eventuale richiesta di revoca. Manca una versione integra (pubblica) della relazione che lasci meno spazio alle interpretazioni dei due sfidanti. E manca una cifra: quanto dovrebbe pagare lo Stato ad Autostrade in caso di revoca (nell’eventualità che venga data ragione ad Autostrade). Nella bozza della relazione circolata finora la Commissione parlerebbe solo del fatto che non sarebbero applicabili al caso alcune clausole della convenzione che prevedono risarcimenti per risoluzione anticipata, ma viene anche fatto presente che comunque Aspi li chiederà in sede contenziosa, e non si può escludere che li ottenga. Per capire di che cifre parliamo bisogna guardare alla stima fatta tempo fa da Mediobanca, che aveva calcolato un possibile risarcimento da 22 miliardi.

 

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