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Bce: il piano di Draghi per far risalire l’inflazione

Tassi d’interesse invariati. Così la Banca centrale europea mira a far risalire l’inflazione. “Non accettiamo un tasso d’inflazione permanentemente così basso, e il punto chiave è che abbiamo la stessa determinazione sia che sia più alta (del 2%, ndr) sia più bassa”, afferma il presidente della Bce, Mario Draghi, spiegando il significato dell’impegno a un approccio “simmetrico” nei confronti dell’obbiettivo di inflazione.

I tassi restano infatti ai livelli attuali o inferiori fino “almeno alla prima metà del 2020 e comunque per tutto il periodo di tempo necessario”, sottolinea la Bce on una nota dopo il Consiglio direttivo, aprendo a una tempistica più ampia in cui è escluso un rialzo (prima era fino a metà 2020), e segnalando un possibile taglio.

Il tasso principale resta fermo allo 0%, quello sui prestiti marginali allo 0,25% e quello sui depositi a -0,40%. E apre a una ripresa del quantitative easing. La Bce – si legge in una nota – “è determinata ad agire se le prospettive d’inflazione nel medio termine continuano ad essere inferiori al suo obiettivo”. Il consiglio direttivo “ha dato mandato ai relativi comitati dell’Eurosistema di esaminare le opzioni, fra cui “le dimensioni e la composizione di nuovi acquisti di titoli”. Ora, ha sottolineato, è necessaria “una posizione di politica monetaria altamente accomodante per un periodo prolungato, perché i tassi d’inflazione, sia realizzati che attesi, sono stati persistentemente al di sotto del livelli che sono in linea con il suo obiettivo”.

La crescita globale più debole e il commercio globale rallentato dal protezionismo “stanno ancora pesando sull’economia dell’Eurozona”, ha detto Draghi, soffermandosi sulla “prolungata incertezza dovuta a fattori geopolitici, al nascente protezionismo e alle vulnerabilità delle economie emergenti”.

In questo contesto, con l’inflazione che viaggia al di sotto dell’obiettivo, “il consiglio direttivo è determinato ad agire, in linea con il suo impegno a una simmetria nell’obiettivo d’inflazione”, scrive la Bce. I comitati dell’Eurosistema sono stati incaricati dalla Bce di esaminare le opzioni riguardanti non solo una ripresa del Qe, ma anche misure per mitigare tassi negativi (escludendo una porzione dei depositi delle banche) e “i modi per rafforzare la forward guidance” con cui la Bce orienta le aspettative degli investitori sui tassi d’interesse.

A risentire in particolare dell’attuale situazione è il comparto manifatturiero che in Germania e in Italia sta soffrendo uno “shock idiosincratico”, e per il quale “le prospettive stanno peggiorando sempre di più, nei Paesi dove questo settore è importante”, sottolinea Draghi spiegando le ragioni dietro le misure preannunciate oggi. Draghi ha detto che i rischi per le previsioni di crescita e inflazione sono al ribasso e che “la possibilità di una ‘hard Brexit’ è un altro attore da tenere in considerazione”. Se continuasse questo peggioramento economico nell’Eurozona, “il ruolo della politica di bilancio diventerebbe essenziale“, aggiunge. Ma un maggior ruolo della politica di bilancio, che aiuterebbe a rendere più efficiente la politica monetaria espansiva, può essere utile solo se attuato “mantenendo la credibilità sui mercati”, sottolinea Draghi, aggiungendo che “ogni Paese ha la sua agenda e sa come attivare la politica di bilancio in caso di shock idiosincratici”. Nonostante la situazione non rosea, “continuiamo a giudicare abbastanza bassi i rischi di recessione”, afferma Draghi.

Il consiglio direttivo della Bce ha anche dato il via libera alla nomina di Christine Lagarde, ex direttore generale del Fondo monetario internazionale, alla presidenza della banca centrale al termine del mandato di Mario Draghi a fine ottobre. “Il Consiglio direttivo non solleva obiezioni riguardo alla designazione della candidata proposta, Christine Lagarde, in quanto persona di riconosciuta levatura ed esperienza professionale nel settore monetario o bancario”. In seguito al parere del Consiglio direttivo e all’adozione di un parere da parte del Parlamento europeo, la nuova Presidente sarà nominata dal Consiglio europeo.

E a chi si domanda ora Mario Draghi punti a prendere il posto di Lagarde alla guida del Fondo monetario internazionale, l’ancora presidente della Bce risponde: “non credo proprio, non sono disponibile. Mi fa piacere ma il problema non si pone”. E sull’insediamento della francese Lagarde sottolinea: “sarà un presidente eccezionale, ci conosciamo da moltissimo tempo, forse più di quanto vorremmo poter dire”.

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