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Il maxi-gruppo di Progetto Italia sfiderà i big

di Claudia Tomatis – Nasce Progetto Italia, il polo delle costruzioni che parte dal salvataggio di Astaldi, e punta alla creazione di un gruppo italiano in grado aggregare molte realtà del settore e reggere l’agguerrita concorrenza internazionale. Sono arrivati il via libera di Salini Impregilo, che ha formulato la proposta stessa, e quello indispensabile di Cassa depositi e prestiti, che dà il proprio supporto attraverso Cdp Equity (Cdpe) insieme ai creditori.

Messa a punta la governance e stabilite le risorse si parte ora per il progetto, che ha così superato il suo punto cruciale. “Un sogno” che richiede ancora “mesi intensi, complessi e sfidanti”, ha scritto l’Ad della società costruttrice, Pietro Salini, ai suoi dipendenti, annunciando anche che la società poi cambierà il nome.

Astaldi ha ricevuto le carte e le porterà alla sezione fallimentare del Tribunale di Roma per il vaglio del piano concordatario, dopo che la scadenza per presentarlo, adesso a inizio agosto, era stata rinviata tre volte: a marzo, maggio e metà luglio. Se il concordato di Astaldi (in Borsa -1,13% a 0,69 euro) andrà in porto, Salini Impregilo (-0,22% a 1,84 euro in Borsa) ne verificherà alcuni asset, per allargare poi il progetto ad altre società, da Condotte a Mantovani, Trevi e Unieco.

Il ruolo di Cdp è stato strategico, tanto che alla fine nella futura società potrà contare su 5 consiglieri, tra cui il presidente. Col suo benestare è tornata a sottolineare come Progetto Italia voglia “favorire il consolidamento e lo sviluppo di un settore fondamentale per il Paese attraverso l’aggregazione di più operatori presenti sul mercato”. Un piano che “contribuirà – afferma Cdp – alla realizzazione di progetti infrastrutturali strategici per il Paese e al rafforzamento, lungo tutta la filiera, delle eccellenze presenti, a beneficio anche delle piccole e medie imprese”.

Quanto alle prospettive, Salini punta a un progetto che “rappresenterà un’opportunità di rafforzamento per il settore costruzioni in Italia (strategico per il Paese, circa l’8% del Pil) e per la sua filiera, riavviando progetti bloccati (circa 36 mld)”. Per il futuro prospetta un nuovo grande gruppo con Astaldi, Cossi, Glf e Seli Oversea, con risultati per il 2021 che portino le commesse da 40 a 62 mld, il fatturato da 9 a 14 mld, l’Ebit da 400 a 700 milioni.

A commentare l’accordo, attraverso una lettera ai dipendenti, è Pietro Salini, parlando di un sogno che si realizza per “competere alla pari con i grandi attori internazionali” e annuncia “mesi intensi, complessi e sfidanti” per il gruppo per la nascita del nuovo soggetto “anche con un nuovo nome”.

Salini ha sottoscritto in particolare ad ora per Progetto Italia due accordi di investimento, uno con l’azionista di controllo Salini Costruttori e con Cdpe, l’altro con le tre principali banche finanziatrici, Unicredit, Intesa e Banco Bpm. L’intesa prevede infatti un aumento di capitale da 225 mln di Astaldi, riservato a Salini stessa, ma anche un aumento da 600 mln di quest’ultima e un finanziamento da quasi un miliardo.

L’aumento di Salini è da ripartire tra Salini Costruttori (50 mln), Cdpe (250 mln), le banche IntesaSanpaolo, Unicrediti e Bpm (150 mln) e il mercato (150 mln). Il finanziamento è di 200 mln per le esigenze di cassa di Astaldi fino all’omologa del concordato, 385 mln dalle banche, e altri 200 mln per rifinanziarne il prestito obbligazionario. Ulteriori 200 mln sarebbero per Salini per una linea di credito revolving per allargare il piano oltre Astaldi, più 150 mln a Salini Impregilo per una linea di credito a servizio della finanza interinale di Astaldi.

Preso l’impegno di risolvere i nodi che avevano causato l’ultimo stop, tra cui il pegno di Salini Costruttori alla banca francese Natixis, Salini si è accordata anche su un cambio di governance, “assicurando un sistema che garantisca i più alti livelli di indipendenza e trasparenza”, come evidenzia Cdp. In un’assemblea straordinaria per deliberare l’aumento di capitale, Salini andrà a modificarla, con un Cda di 15 componenti, di cui 5 di Cdpe, tra cui il presidente, verrà creato un comitato strategico e sarà proposta l’introduzione del voto maggiorato.

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