Mercati fiduciosi. Nonostante la crisi di governo, l’ipotesi di un nuovo schieramento tra M5S e Pd ha disteso gli animi degli investitori e lo spread tra il Btp e il Bund è tornato sotto i 200 punti base, toccando i 195 punti registrati il giorno precedente all’avvio della crisi politica da parte della Lega.
A inizio agosto il differenziale di rendimento tra il titolo decennale del Tesoro e l’equivalente tedesco viaggiava sotto la soglia psicologica dei 200 punti base, ma poi le crescenti tensioni nella maggioranza gialloverde lo hanno fatto costantemente risalire e con la crisi di governo innescata dal leader della Lega, Matteo Salvini, a ridosso di Ferragosto vola a 240 punti. Ma nelle stesse ore la decisione di Fitch di confermare il rating dell’Italia a BBB con outlook negativo ha alleviato la pressione sui titoli di Stato, facendo raffreddare lo spread in area 230 punti base.
La parabola discendente del differenziale è poi proseguita con l’allontanarsi delle elezioni anticipate e sulle voci di una eventuale alleanza giallorossa per rimpiazzare quella gialloverde. Un calo sul quale sta contribuendo anche in modo deciso l’orientamento espansivo di politica monetaria della Banca Centrale Europea, che si appresta a riprendere il Qe, ossia l’acquisto massiccio di titoli per far risalire l’inflazione nell’Eurozona vicino all’obiettivo del 2% e rilanciare la crescita.
E la ripresa del Qe, spiegano gli analisti, sarà di “grande beneficio” per i Btp e quindi porterà ad un ulteriore restringimento della forbice col Bund. Dopo l’intervento del premier Giuseppe Conte in Senato lo spread è ora sceso a 207 punti base e negli ultimi due giorni, con l’avvio delle consultazioni al Quirinale e sulle probabilità in aumento di un governo M5S-Pd, il differenziale è precipitato fino a 194 punti, archiviando la seduta odierna a 195 punti base.
