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Taglio tasse, ecco le tre proposte giallo-rosso

di Maria Gabriella Giannice – Dopo la Flat Tax alle partite Iva, il calo delle tasse sui redditi da lavoro dipendente resta una priorità anche per un eventuale governo giallo-rosso. La ricetta che Pd e M5s stanno elaborando si baserebbe però piuttosto su un taglio del cuneo fiscale e non sul taglio delle aliquote Irpef, come voleva la Lega e sulle quali stava lavorando il Ministro dell’Economia Giovanni Tria fino a un giorno prima della crisi.

Il taglio del cuneo fiscale è uno dei pochi punti ‘economici’ che trovavano vicini i Dem e M5S già prima della crisi, quindi è facile prevedere che se mai il governo giallo rosso arriverà a Palazzo Chigi, si dirà addio al taglio dell’Irpef per sostituirlo appunto con il taglio del cuneo. Vale la pena notare che, a differenza dell’Irpef, quest’ultimo avrebbe la valenza “politica” di incidere esclusivamente sul “reddito da lavoro” mentre l’Irpef colpisce anche redditi da fonti diverse.

Il cuneo fiscale riguarda tutte quelle imposte, contributi previdenziali e assistenziali che il datore di lavoro versa allo Stato sia per la sua parte sia per la parte del lavoratore. In Italia vale in media il 46%, cioè ogni 100 euro di stipendio, al lavoratore ne arrivano 54, di questo 46% il 25,4% è di competenza dalle imprese il 20,6% dei lavoratori. Secondo quanto riporta il Sole24 ore, nella trattativa in corso fra Dem e M5S si stanno delineando tre ipotesi di taglio al cuneo.

Una è quella ipotizzata dallo stesso Di Maio, che voleva un taglio del cuneo solo dal lato imprese. Questa proposta punta all’esonero per i datori di lavoro del contributo dell’1,61% per la Naspi e del 2,75% per la disoccupazione agricola. Ma in questo caso l’esonero varrebbe solo per i lavoratori a tempo indeterminato con l’obiettivo di usare il taglio del cuneo fiscale come stimolo a contratti stabili.

Le altre due ipotesi hanno altri obiettivi. La prima, con effetti più vicini al taglio dell’Irpef, vuole aumentare il peso delle buste paga per tutti i lavoratori dipendenti. Qui si ipotizza un taglio del cuneo di 1 punto all’anno per 5 anni consecutivi sull’intera platea degli occupati. Resta comunque da capire come questo punto sarà diviso fra impresa e lavoratore. L’altra ipotesi è un taglio del cuneo di 4 punti subito per ogni nuova assunzione a tempo indeterminato. Secondo le stime la copertura per queste misure oscillerebbe fra i 2,5 miliardi e i 5-6 miliardi di euro a secondo della misura scelta.

Fra le indiscrezioni si registra anche l’ipotesi di un rafforzamento del bonus 80 euro con l’obiettivo di estenderlo a redditi superiori ai 26.000 euro lordi. Tenuto conto che il meccanismo del bonus ha comunque creato diversi problemi, proprio a causa del suo collegamento con i redditi IRPEF (alla fine qualcuno ha dovuto restituirlo o – addirittura – rinunciarvi per non rischiare problemi con l’Agenzia delle Entrate) è più probabile che si punti a un taglio del cuneo che garantirebbe gli 80 euro magari aumentandoli.

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