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Autostrade e la politica, il giusto ‘confine’

La revoca, o meno, delle concessioni autostradali. Le responsabilità dei vertici di Atlantia e di Aspi. Tutto, a partire da una gigantesca tragedia come quella del crollo del Ponte Morandi, a Genova. Dalle ore successive, subito, il problema è diventato prevalentemente politico. Con un partito, M5S, a fare delle conseguenze per la società dei Benetton uno strumento di pressione sull’opinione pubblica. Propaganda per ottenere consenso. Ci sono stati i proclami, le dichiarazioni roboanti, il ripetuto crollo in borsa dei titoli. Poi tutto si è progressivamente sgonfiato con l’andare avanti, sempre più incerto e complicato, del governo giallo-verde. Ora, con la situazione politica diametralmente cambiata, e un nuovo governo appena insediato, il dossier torna centrale per marcare il proprio territorio, per evidenziare distanza dal nuovo alleato, il Partito Democratico. Nuove dichiarazioni, insieme agli sviluppi del procedimento giudiziario, riportano in primo piano l’affaire revoca. Il titolo Atlantia torna a crollare a Piazza Affari.

A Treviso è in corso il consiglio di amministrazione di Edizione srl, la holding dei Benetton che controlla il 30,25% di Atlantia. Sul tavolo la valutazione delle azioni per tutelare le società del gruppo Atlantia dopo gli sviluppi dell’inchiesta sui report falsi sulla manutenzione di alcuni viadotti. Ieri fonti di Edizione avevano escluso che oggi dovessero essere discussi spin off o vendite di quote di Aspi, così come non vi sono conferme sull’ipotesi che il board possa affrontare anche il ricambio dei vertici di Atlantia.

La posizione del numero uno Giovanni Castellucci è considerata comunque in bilico. Ma c’è un tema che in queste ore non può essere messo da parte. Ci sono responsabilità che vanno accertate, in tutte le sedi competenti. E ci sono valutazioni industriali e aziendali che vanno fatte. A partire dall’opportunità, o meno, di tenere al loro posto di vertici di Atlantia e Aspi. Diverso dovrebbe essere il ruolo della politica. La revoca di una concessione, o la rimozione di un manager, non dovrebbero essere comunque un tema su cui fare propaganda. Si può, anzi si deve, esprimere una posizione ma le decisioni andrebbero prese alla luce di quanto realmente emerge dall’accertamento dei fatti. Senza esecuzioni di piazza ma con le misure più efficaci. Incluse, se necessarie, quelle contro Atlantia, Aspi e Castellucci.

Le parole del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia sono, in questo senso, piuttosto equilibrate. “Questa vicenda non deve diventare una questione politica, deve prevalere il buon senso, la magistratura deve fare il suo corso. Dobbiamo evitare polveroni politici che non ci portano da nessuna parte”, dice, aggiungendo: “questo non significa non affrontare la questione responsabilità, anzi va affrontata con forza, ma sono due aspetti completamente diversi”. In estrema sintesi, ‘il giusto confine’ tra politica, Governo, Magistratura e impresa.

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