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Telepass nel mirino dell’Antitrust

Impossibile attivare il Telepass se l’addebito avviene su un conto corrente estero. La cosiddetta ‘Iban discrimination’ che, in questo caso, penalizzerebbe chi non è cliente di una banca italiana, è la ragione che ha spinto l’Antitrust ad aprire una procedura contro l’azienda che gestisce il pagamento automatico del pedaggio autostradale. Il Garante contesta la “possibile violazione della disciplina di derivazione comunitaria che vieta di impedire o applicare condizioni diverse ai consumatori che intendano pagare attraverso domiciliazione su conti correnti esteri”.

Ma l’azienda nega ogni accusa. “Mai adottato alcuna pratica di ‘Iban discrimination’, come comprova il fatto che diverse migliaia di clienti della Società risiedono e hanno conti correnti in Paesi europei al di fuori dell’Italia, e che Telepass è il principale sistema di tele-pedaggio attivo in 13 Paesi europei, precisa la società in una nota alla luce del procedimento avviato dall’Antitrust che, si legge, “riguarda un numero limitatissimo di clienti con conti su banche estere, circa una decina di persone negli ultimi due anni su un totale di 6 milioni di utenti”.

Dalle informazioni raccolte (segnalazioni, rilevazioni sul sito e informazioni fornite dallo stesso professionista), spiega l’Antitrust in una nota, “sembra che non sia possibile attivare il servizio Telepass se il consumatore intende pagare attraverso un conto corrente estero, in violazione delle norme del Decreto legislativo 135 del 18 agosto 2015 di attuazione del Regolamento UE 260/2012, volto a creare un mercato integrato dei pagamenti elettronici in euro”.

Nel frattempo l’azienda cerca di fare chiarezza: “come tutte le piattaforme di pagamento”, si legge nella la nota, Telepass richiede l’identificazione dei nuovi clienti online, “operazione che viene delegata agli istituti bancari presso i quali risiede il conto dove vengono addebitati i pedaggi. L’istruttoria dell’Antitrust riguarda un numero limitatissimo di clienti con conti su banche estere – circa una decina di persone negli ultimi due anni su un totale di 6 milioni di utenti – per i quali non è stato possibile ottenere adeguate garanzie di riconoscimento. Tali pratiche di identificazione del titolare del contratto Telepass sono infatti necessarie per tutelare i consumatori, in Italia come all’estero, evitando che chiunque possa aprire contratti indicando in modo illecito Iban di terze persone”.

“Nonostante l’esiguità del fenomeno – prosegue il comunicato – la Società ha già messo a disposizione un sistema alternativo sulla sezione in inglese del proprio sito, ‘Go By Telepass’, che permette ai clienti di sottoscrivere un contratto e quindi identificarsi tramite la propria carta di credito. È interesse della Società ampliare ulteriormente le modalità di accesso ai propri servizi: per questo Telepass sta sperimentando modalità diversificate di auto-identificazione online da parte del cliente, come il ‘selfie dinamico’ oppure il ‘penny-check’, pratiche già in uso presso diverse piattaforme di pagamento americane e anglosassoni”.

“In un’ottica di trasparenza e collaborazione“, Telepass ha già anticipato la realizzazione di tali iniziative all’Antitrust, nell’ambito del procedimento di verifica avviato dall’Authority, e si dice comunque pronta a valutare d’intesa con l’Autorità ogni ulteriore utile iniziativa a tutela dei propri clienti e della sicurezza delle transazioni.

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