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Il mercato del sextech è in mano alle donne

L’industria del sesso, da che mondo è mondo è sempre stata maschile. Tutto ciò che ruota intorno alla sfera sessuale è sempre stato creato a partire dal piacere dell’uomo. Non si tratta solo di sex toys o del porno, ma anche altri ambiti come ad esempio la ricerca farmaceutica. Si investe nella produzione di pillole per il piacere maschile, mentre i farmaci dedicati alle donne appartengono per lo più alla sfera contraccettiva: si tende a pensare che le donne non siano un “mercato” appetibile per le pillole del piacere e gli uomini non siano così preoccupati della contraccezione tanto da sobbarcarsi una cura ormonale quotidiana (e da convincere quindi qualche azienda farmaceutica a produrla). Insomma, il sesso delle donne non è mai stato un settore su cui gli imprenditori hanno investito. Fino ad oggi.

In tempi di #MeToo anche quello sessuale diventa un ambito dove le donne alzano la voce per richiedere un’uguaglianza di genere finora non pervenuta (anzi, i prodotti rivolti alle donne spesso costano di più: pensiamo ai detergenti per l’igiene intima, agli assorbenti o ai famosi rasoi che pur essendo identici a quelli maschili hanno un prezzo maggiorato per il ‘packaging rosa’). E per abbattere quello che finora sembrava un tabù: il piacere femminile. La tecnologia ha aperto molte porte all’industria del sesso e le donne – ignorate finora dal mercato e dagli imprenditori maschi – hanno preso in mano la situazione, fondando startup e brand che si stanno prendendo non solo una fetta, ma tutta la torta di un settore in ascesa: il sextech, ovvero la tecnologia applicata al sesso. Si tratta di un mercato che secondo Venturebeat raggiungerà i 50 mld di dollari entro il 2025 e le pioniere di questo mercato sono donne.

Sebbene la realtà virtuale applicata al sesso si veda ad eventi come il Ces di Las Vegas (il Consumer electronics show, la più importante fiera dell’elettronica negli Usa) già da qualche anno, i brand che stanno costruendo veramente il settore sono guidati da donne, che creano vibratori, app e controller da iPhone a partire da una prospettiva prettamente ‘femminile’. Il primo da citare è Osé, il piccolo vibratore robotico inventato da Lora Haddock che proprio il Ces di Las Vegas ha rifiutato di accogliere tra i suoi padiglioni (sebbene avesse detto sì a un massaggiatore per il piacere maschile). Haddock ha scritto una lettera per sottolineare come la fiera abbia usato due pesi e due misure nei confronti dei prodotti riservati agli uomini e alle donne. La startup fondata nel 2017, che si chiama Lora DiCarlo, ha sviluppato il vibratore in partnership con l’Oregon State University Robotics engineering lab ed ha raccolto oltre 3 mln di dollari. Anche OhMiBod, l’azienda che ha portato sul mercato il vibratore collegato all’iPod, è guidata da una donna. Oggi produce anche molti altri tipi di massaggiatori, che sfruttano tecnologie come il controllo remoto wireless, la connettività Bluetooth e un’interfaccia che permette di ‘gestire’ il massaggiatore dall’iPhone o dall’iPad. Il vibratore prodotto dalla startup Lioness fondata da Anna Lee e Liz Klinger, invece, addirittura analizza i dati provenienti dal corpo della donna per tracciare l’andamento della ‘prestazione’ sull’app.

Il Italia la startup che ha fatto parlare di sé nel settore è MySecretCase, che lo scorso luglio ha chiuso un round di serie B da 2,5 mln di euro, anche grazie alla raccolta sulla piattaforma di crowdfunding Doorway. Fondata da Norma Rossetti, la startup è un eCommerce di sex toys dedicati al piacere delle donne: lanciata nel 2014, ha raccolto complessivamente circa 3,7 mln di euro, registrando nel 2018 quasi 3 mln di euro di ricavi. Attualmente ha lanciato un’altra campagna di crowdfunding per sostenere il progetto ‘Making of love’: si tratta della produzione di un film, ideato e guidato dai registi genovesi Lucio Basadonne e Anna Pollio, sulla sessualità, raccontata dai giovani ai giovani da proiettare nelle scuole superiori.

Una ‘azienda di donne che lavorano per le donne’ è anche La valigia rossa, che ha portato in Italia il format degli incontri ‘dimostrativi’ dove c’è una consulente che organizza a domicilio delle serate in cui mostra i prodotti dentro ‘la valigia rossa’: dai lubrificanti ai vibratori più tecnologicamente avanzati, durante la serata si può provare tutto ciò che attiene al benessere sessuale della donna. Da acquistare sul momento oppure online tramite l’eCommerce della società. La valigia rossa è stata fondata da Cristina Luzzi ed organizza incontri e dimostrazioni in tutta Italia.

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