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Più per meno CO2, Engie in prima fila per decarbonizzare

“Più per meno CO2”, ovvero è il momento di passare all’azione, tutti insieme, per invertire la rotta, ridurre le C02 e fermare il surriscaldamento globale. Questo il tema centrale dell’ENGIE Green Friday – Forum 2019, oggi a Milano presso la Fondazione Catella, evento con cui l’azienda, attore mondiale dell’energia e in prima linea per la decarbonizzazione, intende dare impulso concreto alla lotta ai cambiamenti climatici.

In apertura il saluto del Sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha evidenziato come “la presenza qui oggi all’ENGIE Green Friday Forum di rappresentanti del mondo dell’impresa, delle Istituzioni, dell’università sia un segno della crescente sensibilità al tema della sostenibilità ambientale. Milano è un modello in questo senso, non solo a livello nazionale, con politiche ambientali destinate a cambiare radicalmente la città nei prossimi decenni, dai progetti di riforestazione urbana, come il progetto ForestaMI, di cui ENGIE è partner, ai piani per la mobilità sostenibile e la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati. Credo che la questione ambientale sia l’occasione per un nuovo protagonismo dei giovani in politica. La consapevolezza, la maturità e la passione dimostrate dai giovani nella lotta per l’ambiente, rappresentano il carburante che può ridare forza e visione del futuro alle nostre democrazie”.

“Il nostro Forum 2019 si innesta nell’ambito della Milano Green Week del Comune di Milano e nel mood della mobilizzazione mondiale sul clima”, spiega Olivier Jacquier, Ceo ENGIE Italia. ENGIE, come attore mondiale dell’energia, prosegue, “è un osservatorio internazionale privilegiato. Cosa notiamo? Sempre più soggetti si mobilitano e integrano la Carbon Neutrality nel loro approccio: capi di stato, sindaci, il mondo del business, la società civile, gli studenti, le città. C’è veramente e finalmente una grande consapevolezza e un grande fermento di azioni. E ritengo che questo importante passo avanti vada incoraggiato e rinforzato aumentando la consapevolezza attraverso la misurazione delle emissioni in tutte le nostre attività: se lo sai ci pensi, se ci pensi lo cambi”.

ENGIE ha commissionato a Euromedia Research, Politecnico di Milano e ANCI ricerche finalizzate a restituire lo stato dell’arte della percezione del cambiamento climatico dei cittadini, delle aziende e delle città. Attraverso i risultati della ricerca condotta da Euromedia Research1 e presentata da Alessandra Ghisleri, il Forum ha fornito la percezione del cambiamento climatico e dell’impatto della CO2 da parte di cittadini e imprese. I cittadini italiani mostrano consapevolezza (77%) e interesse (76%) rispetto ai cambiamenti climatici. Dai successivi approfondimenti dell’indagine l’82,3% associa correttamente gas serra a riscaldamento globale e meno del 15% degli italiani conosce le temperature riferibili al riscaldamento globale. Nonostante il parere quasi unanime della comunità scientifica, ancora un 13% ritiene la minaccia del surriscaldamento globale un
allarme infondato (terrorismo psicologico o bufala).

Più della metà degli intervistati (56%), ha modificato i propri comportamenti in un’ottica più green e il 35% pensa di farlo, purché non debba rinunciare a determinati comfort. Alessandra Ghisleri, sottolinea come “sia importante costruire su questa propensione degli italiani a orientare i propri comportamenti verso scelte più sostenibili, ed è altresì fondamentale che anche le aziende perseguano con convinzione l’obiettivo delle emissioni zero. Ad oggi, ad esempio, pur dichiarando interesse al tema nell’86% dei casi, solo il 17% misura la carbon footprint delle
attività aziendali e un piccolo 4% prevede misure di mitigazione/compensazione delle emissioni
prodotte”.

I cittadini si aspettano che le istituzioni facciano la propria parte e intraprendano azioni per contrastare i cambiamenti climatici: sempre da quanto emerge dalla ricerca, ad esempio, vorrebbero pannelli solari per l’energia degli edifici pubblici (41%), colonnine elettriche per le auto e caldaie più efficienti e meno inquinanti per le scuole (17% entrambi).

E le aziende? Secondo la ricerca Euromedia, l’86% delle intervistate dichiara di essere sensibile al tema, ma ben l’83% non misura le emissioni di CO2 della propria attività. Il 40% delle imprese afferma di aver adottato interventi per migliorare l’efficienza energetica (illuminazione a led per il 24%, fotovoltaico per il 20%). Il campione delle aziende illustrate da Alessandra Ghisleri, è diviso a metà tra chi è consapevole dell’impatto che i cambiamenti climatici avranno sul proprio business (48%) e chi non lo è (45%). Ben il 70% delle aziende non ha produzione energetica da fonti rinnovabili e non prevede azioni a compensazione delle proprie emissioni. Il 74% delle aziende, infine, ad oggi non ha orientato acquisti verso prodotti o servizi a basso impatto ambientale.

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