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Sustainability Forum di Fortune Italia, al via i lavori inseguendo la ‘Just Transition’

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“La sfida della crescita sostenibile è quella di coniugare sostenibilità ambientale e sociale. La transizione verde avrà successo solo se sarà anche una transizione giusta”, secondo Paolo Gentiloni, Commissario europeo per gli affari economici che così ha aperto la prima giornata del quinto Sustainability Forum di Fortune Italia organizzato da Fortune Italia in collaborazione con VeniSIA nell’auditorium Santa Margherita dell’università Ca’ Foscari di Venezia: una due giorni di tavole rotonde e ospiti internazionali dove sono stati affrontati i temi della transizione ‘giusta’ e della cooperazione internazionale necessaria per attuarla.

La V edizione del Sustainability Forum di Fortune Italia, organizzata in collaborazione con VeniSIA, si è svolta con l’obiettivo di discutere di transizione energetica in un contesto autorevole, indipendente e internazionale, con uno specifico focus sull’impatto che essa sta avendo sul sistema culturale, economico e geopolitico europeo e sul ruolo della cooperazione per facilitare questo processo.

Ma cos’è, davvero, la ‘Just Transition’? È una transizione che non lasci indietro nessuno, come hanno ricordato in due videomessaggi la Commissaria per l’energia dell’Ue Kadri Simson e il Commissario per gli affari economici Paolo Gentiloni nei saluti istituzionali che hanno aperto la quinta edizione del Forum.

Sustainability Forum: dal carbone al gender gap, tutte le sfide della Just Transition

“Stiamo attraversando una fase di enormi trasformazioni industriali e assumere la leadership di questi cambiamenti vuol dire avere i vantaggi di chi si muove per primo, e quindi la possibilità di sviluppare nuove tecnologie, di fissare per primi gli standard e le regole, di attrarre nuovi posti di lavoro”, ha detto Gentiloni in un videomessaggio.

“La ricerca e gli investimenti in nuove tecnologie pulite porteranno a una crescita più forte e sostenibile. L’Europa deve rimanere all’avanguardia in queste innovazioni se vuole continuare a ricoprire un ruolo di primo piano nell’industria globale. Al tempo stesso siamo consapevoli che questi cambiamenti possono inaugurare una nuova stagione di progresso solo teniamo le persone e i cittadini al centro della nostra azione politica”.

Per questo, dice l’ex presidente del Consiglio italiano, “agli obiettivi ambiziosi sulle emissioni e sulle rinnovabili la Commissione ha affiancato un fondo per la transizione ‘giusta’, che mira a sostenere le regioni e i settori maggiormente esposti alle ripercussioni della transizione ecologica; finanziando, ad esempio, dei programmi per la riconversione dei lavoratori. La sfida della crescita sostenibile è quella di coniugare sostenibilità ambientale e sociale. La transizione verde avrà successo solo se sarà anche una transizione giusta. E noi in Europa continueremo a lavorare per questo”, dice Gentiloni.

Quella per la transizione, insomma, è una partita per la competitività: non a caso Gentiloni ha ricordato che “il rischio di assistere a fenomeni di delocalizzazione è aggravato dalle politiche di altri Paesi che cercano di attrarre le nostre imprese, non solo con prezzi dell’energia più bassi ma con tutta una serie di incentivi. Lo stiamo vedendo in particolare nel settore delle tecnologie verdi con l’Inflation reduction Act dei nostri partner americani”.

La difficoltà, naturalmente, è che la sfida della transizione ha più sfaccettature: una sfida “triplice”, ha detto Gentiloni, che ricomincia dopo un anno difficile per l’Europa.

 

“L’anno scorso è stato impegnativo per la politica energetica”, dice Simson. “L’invasione russa dell’Ucraina e l’armamento dell’energia ci hanno messo sotto pressione. Ma abbiamo reagito in modo rapido e deciso, impegnandoci a liberarci dei combustibili fossili russi e imponendo sanzioni su carbone e petrolio. La crisi energetica ha reso ancora più urgente la necessità di rendersi indipendenti dai combustibili fossili. Il passaggio a fonti rinnovabili renderà il nostro approvvigionamento energetico più sostenibile, sicuro e conveniente”.

“Ci siamo impegnati a diventare neutrali dal punto di vista climatico entro il 2050 e questo offre l’opportunità di rendere le nostre società non solo più pulite ma anche eque. Il nostro obiettivo è chiaro: realizzare questa transizione verso lo zero netto in modo giusto, senza lasciare indietro nessuna persona e nessuna regione. La ‘Just transition’ dell’Ue è riconosciuta come un pilastro fondamentale del Clean Deal, che è sia la nostra strategia economica che il nostro percorso per soddisfare gli impegni climatici previsti dall’accordo di Parigi”, sostiene la Commissaria Ue per l’energia.

Tra i temi affrontati da Simson anche quello della cooperazione internazionale, e dei ‘Just transition partnership’ alle quali la Commissione europea partecipa.

Per Maria Tripodi, Sottosegretario agli affari Esteri e alla cooperazione collegata da remoto durante l’evento, “l’azione diplomatica ha naturalmente un ruolo imprescindibile anche nella lotta al cambiamento climatico. In materia ambientale l’Unione Europea ha adottato una legislazione ambiziosa. L’ambizione dell’Italia è quella di svolgere il ruolo di hub energetico del Mediterraneo. Guardiamo a nuove opportunità di collaborazione con i nostri partner. La transizione non può avvenire solo in alcune aree. Dobbiamo lavorare tutti insieme per condividere informazioni affinché le politiche energetiche di ognuno siano più efficaci. Ma a tal proposito, vorrei ricordare che l’Italia ha preso già una direzione chiara. Con i partenariati nati durante il G7 ad esempio, il nostro Paese partecipa insieme a Ue, Danimarca e Norvegia a sostenere gli obiettivi del Vietnam in materia di clima ed energia”.

Venezia, la città più antica del futuro

La scelta della sede del Forum non è ovviamente casuale. Venezia ha non solo una solida tradizione mercantile e una secolare attitudine al dialogo che la accredita come luogo prediletto per discutere di cooperazione e sostenibilità. Prendendo spunto dalla sua storia oltre che dall’ambizioso progetto ‘Venezia Capitale Mondiale della Sostenibilità’, la città lagunare – da sempre porta d’Oriente per l’Europa – è il palcoscenico ideale per promuovere modelli ambientali, economici e sociali per lo sviluppo sostenibile globale.

Secondo Carlo Bagnoli, direttore scientifico di VeniSIA, l’acceleratore lanciato all’interno dell’università Ca’ Foscari di Venezia è nato dopo i problemi dell’Acqua alta nel 2019 e poi della pandemia con l’idea di “fare di Venezia la più antica città del futuro”. Un concetto fondamentale anche secondo altri partecipanti all’evento.

Sostenibilità significa pensare a nuovi modelli sociali ed economici, ha detto Simone Venturini, assessore alla Coesione sociale di Venezia. “Qui a Venezia assume un significato ulteriore visto che ci siamo candidati a diventare capitale mondiale della sostenibilità. La città ha rappresentato un modello di sostenibilità nei commerci e nell’organizzazione democratica per tanti anni, ma anche nella gestione e nel rapporto con il territorio, manipolando la sua laguna per consentirsi di sopravvivere garantendo un approccio coerente e uniforme. Questo rispetto può essere alla base di una riflessione sulla sostenibilità, ma non c’è sostenibilità se non c’è crescita e investimenti in tecnologie e nuovi processi, e questo si fa con capitali e investimenti: l’idea che sostenibilità ci possa essere con la decrescita si può abbandonare, è l’impresa che può garantire nuovi modelli di sviluppo”.

 

La sostenibilità è di casa a Ca’ Foscari, dice Antonio Marcomini, pro rettore dell’università veneziana: “Siamo stati il primo ateneo a sviluppare un piano di mitigazione e adattamento al clima. Parlare di transizione energetica significa parlare del binomio sicurezza e sostenibilità, ci aspettiamo che questo convegno ci ispiri ulteriormente nella nostra attività di accademici e ricercatori”.

Dopo tutto, come ha sottolineato Elena Donazzan, assessore all’istruzione della Regione Veneto, “Venezia tra tutte le città europee è tra le più internazionali, 40 milioni di visitatori nel 2019. Nella nostra regione siamo meno di 5 milioni. Il laboratorio Venezia, laboratorio di una città viva, ha fatto sì che quella declinazione sostenibilità sia la più antica città del futuro. Negli ultimi anni ho avuto tantissime richieste di investimento qui”. Così il progetto di “Porto Marghera non fa parte di un’industria vecchia: è il pulsare di un mondo che si interroga su come investire. Anche nel ripensare il nostro mondo dobbiamo mettere in campo le transizioni verde e digitali, ma anche la sostenibilità economica e sociale, costruendo un ecosistema”.

Sustainability Forum: i tavoli tematici del 26 gennaio

L’evento è stato preceduto da una sessione di lavoro che si è svolta il 26 gennaio sempre nel contesto di Ca’ Foscari a Venezia. Sono stati allestiti 12 tavoli tematici composti da esperti, accademici e rappresentanti di istituzioni e aziende nazionali e internazionali. Dieci temi di discussione divisi, per semplicità, in due grandi categorie: le tematiche ‘settoriali’ legate all’innovazione dell’uso dell’energia nei diversi contesti industriali- funzionali e quelle ‘trasversali’ ai diversi settori.

Cosa ci ha insegnato la crisi energetica? Come ha spiegato Sandro Bosso, esperto della Transizione Energetica Fortune Italia, abbiamo capito “che la transizione non è ancora abbastanza forte, perché ci siamo tutti concentrati su un obiettivo e meno sul percorso per arrivarci, cioè il costo e la sicurezza dell’energia. A volte il percorso influenza il risultato. Oggi per rispondere all’emergenza si attuano politiche di breve termine con spese correnti enormi, tanti investimenti giusti in un ‘ottica di breve termine e affrettati. Ma così si risolvono i problemi di fondo? Non ci sono soluzioni semplici ma noi abbiamo cercato di contribuire nel nostro piccolo pensando a un corretto percorso senza dimenticarci dei fossili ed evitando visioni draconiane”, dice l’esperto.

“Ci vogliono nuove forme di cooperazione internazionale e non pensare solo a temi come ambiente od occupazione, ma a tutti i temi insieme. Per questo per i tavoli del 26 gennaio è stata costruita una ‘ruota di Fortuna Italia che provi a integrare tutti questi fattor: raggi che sono diventati i temi dei dodici tavoli di lavoro. “Con il contributo dei professori di Ca Foscari e di VeniSIA abbiamo guardato a economia circolare e fattori critici”, dice Bosso.

I risultati dell’evento saranno riportati in un Policy Brief che sarà portato all’attenzione del nuovo Governo.

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