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Conte e il ‘patto’ con le imprese per il Green New Deal

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Il Green New Deal deve assumere la forma di un autentico “patto” con il mondo industriale e produttivo, per favorire “un uso sostenibile delle risorse naturali, la transizione verso fonti di energia rinnovabili, l’efficientamento energetico, la digitalizzazione, l’integrazione dei sistemi”, ha detto il premier Giuseppe Conte agli Stati Generali della transizione energetica, davanti ad alcune di quelle aziende che saranno effettivamente fondamentali per la transizione energetica italiana: Snam, Terna, Cdp.

“Il lavoro svolto dai due gestori delle reti di elettricità e gas sul territorio può essere rafforzato dall’operato di Cassa Depositi e Prestiti”, ha infatti sottolineato Conte, ricordando inoltre l’operato ‘green’ del Governo, a partire dalla manovra. “Abbiamo costituito, con la legge di bilancio, un Fondo, con dotazione di 2,5 miliardi, per contribuire, con garanzia, debito o capitale di rischio, alla realizzazione di investimenti privati che favoriscano l’aumento della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili, la rigenerazione urbana e la mobilità sostenibile”. Si tratta “di una prima concreta misura nell’ambito del Green New Deal”.

E ancora “il Governo sta promuovendo, in sede europea, la possibilità per i Paesi membri dell’Eurozona di scorporare dal calcolo del deficit pubblico gli investimenti verdi finanziati da green bonds” . Per il premier si tratterebbe di una “regola verde per favorire l’occupazione, ridurre le emissioni e trasformare radicalmente il nostro sistema produttivo”. Insomma “si tratterebbe di una risposta autenticamente europea al rallentamento economico”.

Il premier vede l’attenzione all’ambiente non come un ostacolo, ma come “un’opportunità” economica. D’altronde l’Italia “è prima in Europa nell’economia circolare e può avere un ruolo da leader nella transizione energetica globale grazie alle sue eccellenze”, ha detto il presidente di Snam, Luca Dal Fabbro, intervenendo agli Stati Generali della Transizione Energetica. “Siamo tra i primi paesi ad aver raggiunto vari obiettivi europei per l’energia al 2020 – ha ricordato Dal Fabbro – e abbiamo campioni internazionali come Snam e Terna, che oggi insieme a Cdp danno vita a uno sforzo di collaborazione storico e quasi irripetibile per garantire sostenibilità e sicurezza del sistema energetico”. Sul primato dell’Italia nell’economia circolare, Dal Fabbro ha poi aggiunto che, secondo i dati del Circular Economy Network citati oggi anche dal presidente del Consiglio Conte, l’Italia “ha un indice di circolarità pari a 103 rispetto all’88 della Germania. Anche altri grandi paesi come Regno Unito (90 punti), Francia (87) e Spagna (81) sono distanziati”. In Italia, infatti, ha ricordato Dal Fabbro: “abbiamo un settore dei consorzi di riciclo che ci invidiano nel mondo. La circular economy può sviluppare l’economia e dare un contributo all’ambiente”.

Agli Stati generali anche il presidente di Enea, Federico Testa, secondo il quale “se non cambiamo la mentalità dei cittadini, non riusciremo a fare la transizione energetica”. “Abbiamo un patrimonio edilizio vecchio, la buona parte degli edifici è stata costruita negli anni ’50-’60 senza alcuna attenzione agli obiettivi energetici. Riuscire a far partire un grande progetto di efficienza energetica dove vive il 75% degli italiani ha una valenza sociale estremamente rilevante”, ha aggiunto.

Già il primo giorno degli Stati Generali Luigi Ferraris, ad di Terna, aveva affermato che per il raggiungimento degli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima al 2030, il settore elettrico “riveste un ruolo centrale in quanto già oggi caratterizzato da una penetrazione di fonti rinnovabili pari a circa il 35%, molto superiore alla quota Fer sui consumi energetici complessivi del Paese (circa 18%)”. A tale scopo, ha aggiunto Ferraris, “entro il 2030 sarà necessario accelerare l’installazione di rinnovabili, aggiungendo all’attuale parco circa 40 GW di nuova capacità Fer”. La nuova capacità, ha spiegato Ferraris, “sarà fornita quasi esclusivamente da fonti rinnovabili non programmabili come eolico e fotovoltaico”. Questa trasformazione, però, “non è ‘a impatto zero’ per il sistema elettrico, ma implica una serie di sfide da affrontare affinché il processo di transizione energetica si possa svolgere in maniera decisa ed efficace, mantenendo gli attuali elevati livelli di qualità del servizio ed evitando al contempo un aumento eccessivo dei costi per la collettività”, ha concluso. La transizione energetica “che stiamo vivendo è equiparabile a una trasformazione industriale” e su questo “è necessario uno sforzo corale di istituzioni e imprese, affinchè la transizione diventi una grande opportunità di investimento e occupazione che metta in sicurezza il servizio elettrico a beneficio di tutti i cittadini”. Per Ferraris “anche noi dobbiamo fare il nostro lavoro interagendo e coinvolgendo di più le autorità locali”, ha continuato Ferraris aggiungendo che Terna “è pronta a fare la propria parte lavorando ogni giorno per mettere l’Italia al centro del sistema energetico europeo con l’utilizzo di nuovi fattori abilitanti, ma anche di nuove tecnologici e skills”. Per affrontare la nuova complessità del sistema elettrico, “è indispensabile garantire ai gestori di rete, la disponibilità di informazioni tempestive e affidabili su un crescente numero di risorse connesse al sistema elettrico e in grado di influenzarne il comportamento”.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte agli Stati Generali della transizione energetica italiana, Palazzo della Cancelleria, Roma, 17 ottobre 2019.
ANSA/ UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI/ FILIPPO ATTILI

 

Nel prossimo piano decennale “in un’ottica di maggiore collaborazione sul piano infrastrutturale, Snam proporrà la conversione di alcune centrali di stoccaggio che ora vanno interamente a gas in centrali elettriche e a metano, ossia ibride”, ha annunciato invece l’ad di Snam, Marco Alverà, spiegando che un’operazione del genere “permetterà di interconnetterci con la rete di Terna massimizzando l’efficienza”. Con questa conversione, alcune centrali “diventeranno ibride e il vantaggio ambientale sarà importante”, ha continuato Alverà. Tutto ciò, infatti, “permette di ridurre le emissioni in modo significativo, ossia come mettere sulle strade italiane 150.000 macchine elettriche in sostituzione di quelle a benzina”, ha spiegato. La transizione energetica, “pensiamo che sia una grande opportunità per rilanciare l’economia anche in aree del Paese che hanno molto sole e molte attività industriali su cui far leva”. Per quanto riguarda il gas “abbiamo in questo momento il vento in poppa perché ce n’è tanto, e grazie agli interventi regolatori italiani ed europei le varie fonti competono l’una con l’altra. Come risultato, la bolletta è scesa negli ultimi sette anni da quasi 90 euro a megawattora agli attuali circa 70 euro con una riduzione del 20% (-10% negli ultimi 5 anni)”. Per Alverà è poi importante “studiare gli investimenti infrastrutturali che massimizzano l’efficienza del sistema nel suo complesso”. Perché, ha aggiunto, “se è vero che gli investimenti infrastrutturali sono i migliori che ci sono per far crescere l’economia – Snam investe in Italia 1 miliardo l’anno – è altresì vero che occorre contenere le bollette che pagano i consumatori”.

Sicurezza degli approvvigionamenti, competitività del sistema e sostenibilità sociale e ambientale. La tutela di questi tre interessi “si colloca in un quadro articolato e complesso a livello globale, europeo e nazionale. Rispetto a queste sfide, il Gruppo Cdp è in prima linea e non potrebbe essere diversamente”, ha detto invece il vice direttore generale di Cdp, Alessandro Tonetti, in apertura del convegno. Si tratta di obiettivi e sfide “che richiedono una strategia di lungo termine che non può non interessare un gruppo che di questo fa la sua ragione di esistere e la sua missione”, ha aggiunto Tonetti spiegando che nel piano industriale del Gruppo è previsto che “il 15% delle risorse mobilitate da Cdp, ossia alcuni miliardi, saranno dedicate a iniziative coerenti con la transizione energetica e il contrasto al cambiamento climatico”. Tonetti ha poi spiegato che non a caso, su questi temi Cassa Depositi e Prestiti, Snam e Terna “hanno sottoscritto accordi su progetti innovativi che svilupperanno in tempo contenuto”.

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