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Riparte la macchina da soldi Nba. Nonostante la Cina

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Un pacchetto di nuovi sponsor, il boom in India, nuove star che accendono l’entusiasmo nelle metropoli del basket, il caso Cina. Parte la regular season Nba, la Lega con il trend con più alto tasso di crescita, con ricavi per oltre un miliardo di dollari nell’ultima stagione. I primi passi verso il canestro della nuova stagione sono stati avvolti dalla cronaca politica, con il caso tra la Lega e la Cina, intesa come governo ma soprattutto come sponsor, a causa dell’endorsement di Daryl Morey, General Manager degli Houston Rockets, a favore delle istanze di indipendenza di Hong Kong dalla Repubblica Cinese.

Ora però l’attenzione si sposta sul parquet: ai Los Angeles Lakers c’è la coppia Lebron James e Anthony Davis, sull’altra sponda, ai Clippers, ci sono Kawhi Leonard e Paul George (le due squadre si sfideranno nella prima partita), a Brooklyn il duo Kyrie Irving e Kevin Durant (che probabilmente però quest’anno non recupererà dalla rottura del tendine d’Achille delle scorse finali), a Houston James Harden e Russell Westbrook.

Sfide tra star, attenzione delle tv, sui social, dollari da network televisivi e dalle multinazionali. Certo, può pesare l’affare Cina – Hong Kong, con la picchiata nei rapporti con Pechino e tanti sponsor della Grande Muraglia che hanno accolto con poco piacere l’appoggio inatteso di un pezzo della Nba a Hong Kong. Saltati gli incontri con la stampa, e le presentazioni durante le partite di preseason di più squadre tra Shanghai e altre città nel corso delle ultime due settimane, con il rischio di un danno economico per la Nba da circa otto miliardi di dollari.

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Demonstrators hold up signs in support of Houston Rockets general manager Daryl Morey during a rally at the Southorn Playground in Hong Kong, Tuesday, Oct. 15, 2019. Protesters in Hong Kong have thrown basketballs at a photo of LeBron James and chanted their anger about comments the Los Angeles Lakers star made about free speech during a rally in support of NBA commissioner Adam Silver and Houston Rockets general manager Daryl Morey, whose tweet in support of the Hong Kong protests touched off a firestorm of controversy in China. (AP Photo/Mark Schiefelbein)

 

E poco incide anche l’intervento di Lebron James, la stella della Lega, alla 17esima stagione sul parquet, che ha criticato il tweet del dirigente dei Rockets, riscuotendo appoggio da più parti in Cina, specie su Sina Weibo, il Twitter cinese, mentre a Hong Kong hanno bruciato per strada la sua casacca dei Los Angeles Lakers. Ma oltre alla Cina e a un rapporto economico da salvaguardare, la Lega va forte anche in Giappone, India (c’è il progetto di una lega indiana con il logo Nba), Europa e Messico, dove porterà alcune franchigie a disputare partite di stagione regolare nel corso dell’anno.

E ci sono un altro miliardo di dollari che entreranno nelle tasche dell”organizzazione, assegni in arrivo da nuovi brand di prestigio come Gatorade, Coca Cola, Tissot, Kia, Uber, McDonald’s. L’appeal della Lega non conosce sosta neppure sui social: secondo KPMG Benchmark, è la seconda al mondo (119 milioni di seguaci, tra Facebook, Twitter e Instagram), alle spalle della Champions League (141 milioni di contatti), davanti alla Premier League, con 95 milioni di contatti. Senza dimenticare gli incredibili numeri dell’edizione 2017/2018, con introiti per quasi sette miliardi di euro per le 30 franchigie (ma dietro alla National Football League con 11,6 mld e la Major League Baseball, 8,9 mld) e il balzo medio del 22% del valore delle singole società, un valore che si è decuplicato negli ultimi anni. Dunque, se la Nfl resta la Lega più ricca, la Nba ha inserito la freccia per il sorpasso, che dovrebbe avvenire entro il prossimo decennio.

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