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Gedi a Exor, azioni sospese in attesa dell’annuncio di Cir

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Si avvicina un nuovo cambiamento epocale per il panorama editoriale italiano. Un cambiamento molto atteso anche dai mercati, per il peso degli attori coinvolti: le azioni Gedi “sono temporaneamente sospese dalle negoziazioni in attesa di comunicato”, ha stabilito Borsa Italiana. Oggi, infatti, si riunisce il cda di Cir con all’ordine del giorno le trattative tra la finanziaria della famiglia De Benedetti, ed Exor, la finanziaria della famiglia Agnelli, per vendere la quota di controllo del gruppo che edita Repubblica, Espresso e la Stampa. Oggi Cir detiene il 43,78% del capitale mentre Exor ha il 5,992 per cento. Gli azionisti intanto premiano Exor che ha aperto a +0,84% (Fca a +0,95%), mentre Cir segna un +2,67%.

La riunione del Cda arriva dopo la diffusione dei primi dettagli sulla trattativa e sugli obiettivi di Exor. In sostanza, gli Agnelli punterebbero esclusivamente allo sviluppo: credono nel potenziale di un gruppo che non intendono spezzettare (molte le voci in questi giorni di una ‘separazione’ di Repubblica).

Gli avvocati – spiegano le fonti vicine a John Elkann – sono al lavoro per rifinire i dettagli della trattativa. Le stesse fonti rimarcano che non si tratta di un’operazione nostalgica: quello che prenderà avvio la prossima settimana è un progetto imprenditoriale coraggioso, tutto proiettato al futuro. Obiettivo: assicurare a Gedi condizioni di stabilità che consentano alla società di evolvere velocemente, compiendo scelte che non possono più essere rimandate. Non ci sarà dunque alcun approccio sentimentale, nessuna suggestione filantropica: in casa Exor si guarda avanti, con la fiducia che Gedi possa esprimere un grande potenziale, a patto di fare alcuni passi necessari. Innanzitutto cogliere in modo risoluto i vantaggi della rivoluzione digitale. Si tratterà poi di completare l’integrazione organizzativa all’interno di Gedi (nessuna intenzione di vendere Repubblica separatamente né di scorporare le radio) e soprattutto garanzia dell’autonomia redazionale, perche’ il giornalismo di qualità – si afferma con forza sempre negli ambienti vicini ad Elkann – troverà sempre un mercato, a condizione che sia genuina, autorevole e indipendente.

A rendere più complicata la situazione ci sono i litigi della famiglia De Benedetti. Ad ottobre Carlo De Benedetti aveva annunciato di voler tornare in campo. In quell’occasione l’Ingegnere aveva infatti avanzato una proposta per l’acquisto tramite Romed spa del 29,9% di Gedi. Una proposta però non concordata che venne considerata irricevibile da Cir. In particolare Rodolfo De Benedetti non nascondeva di essere “profondamente amareggiato e sconcertato dall’iniziativa non sollecitata ne concordata” del padre. Pronta la riposta del padre: “trovo bizzarre le dichiarazioni di mio figlio Rodolfo. E’ lo stessa persona che ha trattato la vendita del Gruppo Espresso a Cattaneo e Marsaglia. La gestione sua e di suo fratello Marco hanno determinato il crollo del valore della azienda e la mancanza di qualsiasi prospettiva”. Ma anche l’altro figlio, Marco sottolineava: “una nota particolarmente dolorosa e ingiusta” nelle parole dell’Ingegnere, cioè “quella riguardante la Repubblica: non e’ vero che la si sta distruggendo. Al contrario stiamo registrando segnali incoraggianti come non si vedevano da anni”. Ma l’Ingegnere rilanciava ulteriormente ipotizzando il rilancio di Gedi e successivamente la creazione di una Fondazione “cui parteciperanno rappresentanti dei giornalisti, dirigenti del gruppo, personalita’ della cultura. L’obiettivo e’ assicurare un futuro di indipendenza a un pezzo di storia italiana”. Un’indipendenza che gli Agnelli non vogliono mettere in pericolo, si sono affrettati a rassicurare le voci vicine alla famiglia.

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