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Conglomerata Italia: la foto della Corte dei Conti alle partecipate locali

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Ecco la holding pubblica locale, fotografata dalla Corte dei Conti nel suo osservatorio sulle partecipate di Regioni, Province e Comuni. Si mettono insieme i risultati economici di circa 4.300 società, degli oltre 7.000 organismi economici. Con soci per lo più dormienti e pasticcioni, con qualche punta di diamante come le farmacie comunali, e una montagna di personale poco produttivo.

La versione completa di questo articolo, a firma di Alberto Sisto, è disponibile sul numero di Fortune Italia di febbraio.

 

“L’Italia è il paese del socialismo reale”, diceva l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga: un miscuglio di stato assistenziale, di politica consociativa, di intrecci di potere giudiziari e interessi industriali. L’universo delle circa 7.500 partecipate pubbliche locali, con i loro 300.00 dipendenti e 91 mld di debito è forse la dimostrazione più precisa di quella sintesi. Comuni, Province e Regioni, con le loro appendici imprenditoriali, si sono impegnati in ogni genere di attività investendo risorse ingentissime spesso con l’illusione di lenire, con i fondi pubblici, il più duro mercato attenuando forse i costi dei servizi ai cittadini, ma al più riuscendo solo ad alterare la concorrenza.

È questo l’umore di fondo che si respira leggendo le 350 pagine della Relazione della Corte dei Conti sugli organismi partecipati dagli enti territoriali e dagli enti sanitari. La Relazione è la fotografia frutto del passaggio dall’informe universo delle partecipate pubbliche locali di cui si parlava nelle varie edizioni della spending review di Carlo Cottarelli, all’applicazione del Tus, il Testo unico sulle società pubbliche del 2016 che impone a Comuni province e Regioni di fare un bilancio di gruppo che comprenda anche i conti delle loro società partecipate. Un obbligo a cui gli amministratori locali dovranno adeguarsi progressivamente e a cui la Corte dei Conti ha cominciato a pensare da tempo. Ed ora arriva la prima ricognizione di questo universo sconosciuto ai più. Si tratta di una prima rilevazione che fornirà in futuro lo stato di salute di questo gruppo diffuso e servirà a mettere gli amministratori locali e i cittadini di fronte agli effetti delle loro gestioni, anche perché come spiegano i magistrati contabili, profitti e perdite delle partecipazioni pubbliche locali si riflettono, nel bene e nel male, sui bilanci dei loro azionisti, Comuni Province e Regioni, che già da anni devono fare i conti con le ristrettezze finanziarie

 

La versione completa di questo articolo, a firma di Alberto Sisto, è disponibile sul numero di Fortune Italia di febbraio.

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