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Coronavirus, Gualtieri chiede all’Ue flessibilità perché deficit salirà

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Una ‘pausa’ momentanea dagli impegni presi per la riduzione del debito. Ma soprattutto un invito all’Ue a riconoscere nell’emergenza coronavirus la necessità di non aggravare la già delicata situazione economica dell’Italia. Così il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, nella lettera inviata al vice presidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis, ed al commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, con la quale illustra alla Commissione Ue la decisione di proporre al Parlamento una Relazione per l’autorizzazione allo scostamento dal deficit programmatico autorizzato con la Nadef 2019. “Siamo convinti che l’aumento dell’onere fiscale per coprire il costo del pacchetto di emergenza in questa fase potrebbe aggravare i rischi al ribasso per l’economia italiana e danneggiare la fiducia in un momento molto delicato. L’Italia tornerà ad intraprendere con fermezza la propria strategia di riduzione del debito non appena le condizioni torneranno alla normalità”, afferma Gualtieri.

Alla luce dell’emergenza coronavirus che si sta ampliando in Europa e alla luce “delle deboli condizioni cicliche preesistenti”, “riteniamo che l’Ue debba rispondere a questa emergenza utilizzando la flessibilità prevista dal patto di stabilità e crescita e preparando un pacchetto coordinato di stimoli all’economia incentrato sui nostri obiettivi comuni di crescita sostenibile”. “Rimango a vostra disposizione per continuare il dialogo sulla risposta dell’Italia all’emergenza Covid-19 e sui nostri piani di politica economica”.

Gualtieri coglie anche l’occasione per ringraziarli “per l’empatia e la comprensione dimostrata in questi giorni difficili”. “L’impegno che abbiamo assunto – sostiene – nella relazione di settembre al Parlamento e nel Documento programmatico di bilancio 2020 è stato quello di consentire al massimo un deterioramento dello 0,1% del pil del saldo del bilancio strutturale per quest’anno. Ribadiamo questo impegno mentre chiediamo al Parlamento e alla Commissione Ue di considerare il pacchetto di emergenza dello 0,3% del pil come una voce di bilancio una tantum che non si ripresenterà una volta che l’Italia supererà l’epidemia di Covid-19 e le sue ricadute economiche e che quindi dovrebbe essere escluso dai calcoli del saldo strutturale”.

Il pacchetto che stiamo per legiferare “vale 6,3 mld di euro in termini di impatto sul disavanzo”. Se il Parlamento italiano approverà “la spesa aggiuntiva, la proiezione del disavanzo per il 2020 salirà al 2,5% del pil” rispetto al 2,2% autorizzato dal Parlamento lo scorso settembre. Il trend dei conti pubblici, prima dell’emergenza di Coronavirus, “è stato estremamente incoraggiante”.

In effetti, il risultato del deficit/pil per il 2019 “è stato molto più basso del previsto all’1,6% rispetto a una proiezione del 2,2% nel documento programmatico di bilancio di ottobre”. Tuttavia, pur partendo da una base più solida, l’epidemia di coronavirus “impatterà negativamente i dati economici e di bilancio di marzo e le nostre proiezioni annuali. Allo stato attuale, è difficile prevedere quale sarà l’impatto netto di tutti questi fattori, ma speriamo che la nuova stima sia vicina a quella originale”.

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