Il contagio di un leader politico come Nicola Zingaretti aggiunge all’epidemia del Coronavirus un altro passaggio significativo. Non perché Zingaretti sia diverso dagli altri ma proprio perché il segretario del Pd è uguale a tutti gli altri. Di fronte al virus, non c’è differenza. Ognuno di noi può contrarlo, qualsiasi sia il nostro status sociale, la nostra professione, la nostra collocazione geografica.
E ognuno di noi ha un solo modo per reagire, quello che Zingaretti ha testimoniato nel suo video messaggio: il coronavirus si affronta, attendendosi scrupolosamente alle indicazioni dei medici. La pacatezza e lo sforzo di apparire quanto più normale possibile, in una situazione palesemente straordinaria, rendono le parole del segretario del Pd un contributo importante per tutti. Soprattutto nel suo passaggio finale: “Ho sempre detto niente panico, combattiamo e quanto mai in questo momento darò il buon esempio seguendo le indicazioni dei medici e combatto come è giusto fare in questo momento per il Paese. A presto”.
Non si tratta di un messaggio eroico o eclatante, è un messaggio normale che assume un valore nel pieno di un’emergenza che è anche fatta di emozioni collettive, di paura e di psicosi. Mette da parte la tentazione di spettacolarizzare e strumentalizzare, cercando di mantenere equilibrio anche di fronte a una malattia che diventa un fatto privato. E che da oggi Zingaretti deve affrontare prima da paziente e poi da leader politico.
Impossibile, ancora una volta, non tornare al video in cui il Governatore della Lombardia, Attilio Fontana, indossava una mascherina annunciando in maniera teatrale il contagio di una sua collaboratrice. Quell’immagine ha fatto il giro del mondo, quando ancora la situazione sembrava sotto controllo. Oggi, è bene che il video di Zingaretti faccia il giro del mondo per far capire cosa vuol dire avere una responsabilità pubblica e usare la comunicazione in maniera corretta.
