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BizPlace, la startup che fa consulenza finanziaria alle altre startup

BizPlace

Una startup che si considera una ‘mosca bianca’ nell’ecosistema, perché anche in un periodo come quello della pandemia è riuscita non solo ad andare avanti ma a crescere. BizPlace, società di advisory e strategia finanziaria composta solo da under 30, nata a Roma 4 anni fa, ha visto crescere il suo fatturato anno su anno e il 2020 finora non fa eccezione. Chiuso il 2019 con 310 mila euro di fatturato, contro i 176 mila del 2018, “quest’anno abbiamo già superato i 150 mila euro al 20 maggio e siamo in crescita” assicura il Ceo e co-founder Federico Palmieri, 25 anni. “A marzo abbiamo fatto il record di fatturato: con l’inizio del lockdown a molte startup sono saltati i deal e sono venute da noi”.

 

BizPlace nasce da un’idea di Palmieri e Andrea Bonabello, due amici di liceo che dopo qualche esperienza di business decidono di lanciare una startup in un segmento che sembra scoperto: quello della consulenza finanziaria per aziende innovative in fase di lancio e alla ricerca di investimenti. “All’epoca avevo 21 anni – racconta Palmieri – provenivo da una esperienza di una startup che era finita, mentre il mio socio lavorava in banca a New York. Ci sembrava che mancasse un attore che potesse mettere in contatto startup e investitori, che non c’era nessuno che facesse advisory che supportasse le startup in qualsiasi attività finanziaria venissero coinvolte”. Fondano l’azienda, senza alcun appoggio da parte di investitori ma solo “dal cash flow e dai nostri risparmi”.

 

Il target di BizPlace sono le società “che abbiano già sviluppato un prodotto o servizio sul mercato”. Oggi la società conta un team di 12 persone “tutte nate tra il 1992 e il 1998”. Recentemente, però, in BizPlace è entrato come socio e con il ruolo di presidente Riccardo Bruno, manager d’esperienza e professore Luiss, che si occupa delle relazioni esterne e che, secondo Palmieri “ha aiutato una realtà come la nostra a fare un salto di qualità”.

 

BizPlace guadagna con un costo fisso sui servizi offerti e la consulenza, e un costo variabile che consiste in una commissione che varia a seconda dell’accordo fatto con la startup. Secondo Palmieri, solo 10% delle richieste di consulenza che arrivano a BizPlace viene accolta: “Facciamo una scrematura in base a quelle che ci sembrano più interessanti. Ne seguiamo una ottantina all’anno”. Finora ne hanno seguite oltre 300, come “Come Home per le feste in casa ed Eucardia che ha sviluppato un dispositivo per l’insufficienza cardiaca”. Non ci sono solo startup a servizi della consulenza di BizPlace ma anche pmi come New Pelli, nell’industria conciaria.

 

“Al contrario di quanto si pensi gli investimenti ci sono ma sono stati un po’ modificati. Fino al 2019 si tendeva a investire in AI o blockchain, oggi c’è un ritorno al passato, si investe molto in settori derivanti dall’artigianato come ad esempio la concia innovativa. Poi naturalmente c’è sempre una grande componente di investimenti nel software, nell’automazione industriale e nella digitalizzazione”. Stando al ceo di BizPlace occorre cambiare il modo in cui si cercano investitori. “Per fare fundraising bisogna capire che la liquidità c’è ma bisogna cambiare l’approccio al modo in cui si chiedono soldi. Gli investitori hanno paura che la startup non possa sopravvivere al Covid e sono sempre più attenti, ma questo non significa che non vogliano comunque puntare su aziende vincenti”.

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