La Corte dei Conti mette nel mirino il boom dei debiti fuori bilancio. In due anni per gli enti locali sono arrivati a 2,5 mld di euro, con incrementi anche del 100% anno su anno. La versione completa di questo articolo, a firma di Alberto Sisto, è disponibile sul numero di Fortune Italia di giugno.
Rassicura il minore ricorso all’indebitamento finanziario e il saldo attivo tra rimborso prestiti e nuove accensioni oltre al miglioramento complessivo dei risultati di amministrazione nel corso del 2018 e del 2019. Questa la buona notizia portata dalla Relazione sulla gestione finanziaria degli enti locali, per gli esercizi 2018-2019, scritta a quaranta mani dai magistrati della corte dei Conti. Ma non hanno neanche avuto il tempo di assaporare la soddisfazione per la buona notizia sull’andamento dei circa 7.000 conti di Comuni, Province e Città metropolitane che arricchiscono la banca dati delle pubbliche amministrazioni. Perché nelle pieghe dei bilanci si sono imbattuti in un fenomeno nuovo, la crescita dei debiti fuori bilancio (Dfb), una posta che in due anni nei bilanci degli enti locali è lievitata fino ai 2,5 mld, costringendo la Corte a mettere in cantiere uno studio apposito per capire le dinamiche amministrative che hanno generato l’impennata, che in alcuni enti è stata superiore al 100%, da un anno all’altro.
Se fossimo davanti a società private saremmo nel campo del diritto penale e del falso in bilancio. Ma non è così nell’amministrazione pubblica. Dietro le somme impreviste saltate fuori nei conti degli enti analizzati dalla Corte, ci sono amministrazioni e amministratori che sicuramente non sanno fare il proprio lavoro e forse anche qualche mariuolo, ma al momento la Corte non ha elementi definitivi sulla questione. Perché nella contabilità pubblica i debiti fuori bilancio sono più semplicemente i debiti che i consigli comunali non hanno ancora vidimato con un voto dell’assemblea comunale.

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