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Spotify, Epic Games e altre aziende si stanno coalizzando contro Apple

La guerra delle app continua. Alcune aziende, tra cui spiccano Spotify ed Epic Games, si sono unite per dar vita a una organizzazione non profit chiamata Coalition for App Fairness, per contrastare le policy di Apple per il suo Apple Store che, secondo loro, attuerebbe politiche sleali nei confronti dei concorrenti.

 

Sono diverse settimane che il colosso di Cupertino è nel mirino per le commissioni che richiede sugli acquisti delle app da Apple Store: in questi giorni è stato lanciato un sito per spiegare la visione e gli obiettivi della Coalition for App Fairness. A costituire la non profit è un gruppo che comprende alcune tra le più importanti aziende di sviluppo app: c’è la piattaforma per la musica in streaming Spotify, c’è l’azienda che ha lanciato videogioco Fortnite, Epic Games; c’è BaseCamp, ed anche Match Group che è l’azienda da cui sono uscite le più diffuse app di dating online, come Tinder, OkCupid, Meetic e altre.

 

La coalizione porta avanti l’accusa ad Apple di segare le gambe ai competitor imponendo una commissione molto alta sugli acquisti da App Store – si tratta di una ‘tassa’, come viene chiamata dagli sviluppatori, del 15-30% che viene richiesta a chi acquista le app da App Store. “La commissione riduce il potere d’acquisto dei consumatori e soffoca le entrate degli sviluppatori. La tassa è ingiusta specialmente quando viene imposta sulle app che competono direttamente con app simili vendute da Apple. E questo pone le aziende in netto svantaggio competitivo” in quanto a questo punto i consumatori sono portati a scegliere tra due app con prezzi diversi, dicono i programmatori.

 

Le aziende di sviluppo app hanno portato avanti finora battaglie “singole” contro il colosso Apple. Spotify, per esempio, nel 2019 ha denunciato alla Commissione Ue le pratiche scorrette di Apple che aveva gonfiato i prezzi mentre lanciava il proprio servizio di streaming musicale, Apple Music. Lo scorso mese, invece, è stata Epic Games a portare la Mela in tribunale: per aggirare le commissioni di Apple, Epic Games aveva inserito dentro il popolare Fortnite un sistema di pagamento proprio, che permetteva ai giocatori di acquistare le monete virtuali da usare nel gioco a un prezzo più basso rispetto a quello che avrebbero pagato passando dal sistema di pagamento Apple (sul quale c’era, appunto, la commissione). Così, da metà agosto Fortnite è scomparso dall’Apple Store per aver violato la policy di Apple.

 

È proprio questo il tipo di regole sul quale la coalizione per la “correttezza nelle app” vuole accendere un faro. “Chi gestisce queste enormi piattaforme di vendita delle app non dovrebbe abusare del controllo che ha, e dovrebbe cercare di garantire comportamenti che promuovano un mercato competitivo e una scelta equa per i consumatori” dicono dalla Coalizione. Tim Sweeney, ceo di Epic Games, su Twitter ha detto che “stiamo solo chiedendo la libertà di processare i pagamenti all’interno della nostra app e gestire una concorrenza leale” per offrire agli sviluppatori il 100% dei ricavi del proprio lavoro.

Il ‘decalogo’ della Coalition for App Fairness comprende istanze quali “nessuno sviluppatore dovrebbe essere obbligato a usare esclusivamente uno store, o di sottostare a obblighi nei pagamenti da parte del proprietario dello store, nessuno sviluppatore dovrebbe essere bloccato per il business model della propria app, e i dati degli sviluppatori non dovrebbero essere usati per fare concorrenza sleale agli stessi sviluppatori” e altre richieste. Ora resta da vedere se Apple, richiamata apertamente da più parti, risponderà al problema e cambierà le sue regole.

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