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Ecco i dispositivi usati per salvare lo sport dal Coronavirus

Dispositivi, invenzioni e tecnologia per tutelare la pratica sportiva minacciata dal Coronavirus. Macchinari per disinfettare – anzi sanificare – i palloni da gioco, il termo scanner per misurare la temperatura degli atleti, anche il braccialetto per il distanziamento sociale che protegge spettatori e addetti ai lavori nel ciclismo, utilizzato anche al Giro d’Italia.

 

Si parte da AD Saniball, innovativo macchinario ideato dalla torinese Advanced Distribution Spa (che distribuisce i palloni con marchio Molten in Italia), in collaborazione con la multinazionale Big Pharma, per garantire ai palloni l’igiene standard richiesto dalla misure per il contrasto al Coronavirus, anzi imposto da tutte le principali federazioni sportive a livello internazionale. Lanciata in commercio tra agosto per la tappa Fiba 3×3 World Tour in Ungheria (basket), AD Saniball funziona con un apposito liquido igienizzante a base di perossido d’idrogeno e acido ialuronico. Così da non rovinare la superficie dei palloni e l’epidermide di chi li utilizza. E’ stata utilizzata anche in occasione delle Final Four di Supercoppa italiana di pallacanestro, a Bologna.

 

Invece, da un ex arbitro di pallavolo, Diego Pol, è arrivata un’altra invenzione di immediata applicazione: Thermo Access, il termo scanner facciale che consente di rilevare in cinque secondi la temperatura di 500 punti diversi del volto, alla ricerca della precisione massima. Uno strumento utile per la riapertura parziale dei palazzetti dello sport e probabilmente anche per i mezzi pubblici, in questo momento forse il vero problema italiano nel contenimento dei contagi da Coronavirus.

 

Un’innovazione applicata al ciclismo per il distanziamento sociale è invece Labby Light, il braccialetto realizzato dalla startup pugliese MetaWellness (tecnologie per lo sport e il business), utilizzata in questo periodo al Giro d’Italia per spettatori e addetti ai lavori. Attraverso un led e una vibrazione, segnala a chi lo indossa il mancato rispetto della distanza minima di sicurezza di almeno un metro. Se l’utilizzatore dovesse contrarre il Covid-19, con il dispositivo andrebbe a ricostruire la filiera dei contatti con altre persone, grazie a un sistema che memorizza i dati utili.

 

Dalla Puglia alle Dolomiti, c’è poi la bottiglia intelligente. Si chiama Niris, si basa su un modello di machine learning, sviluppata con il sostegno di nutrizionisti e specialisti in scienze motorie: aiuta gli sportivi a registrare l’alimentazione quotidiana. I sensori installati su questo bottiglia smart consentono all’utente di interfacciarsi con un’applicazione che traccia la fase di integrazione e idratazione prima e dopo una sessione di allenamento.

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