Era tutto prevedibile. Ma ascoltare le parole di Donald Trump e Joe Biden fa comunque effetto. Le elezioni americane restano una contesa aperta e in ballo non c’è solo la Casa Bianca ma la tenuta della prima democrazia dell’Occidente. Non solo è saltata qualsiasi buona norma di galateo istituzionale ma, in attesa del verdetto finale, la gara è a chi si intesta per primo una vittoria per ora effimera. Se Biden è avventato nelle sue prime dichiarazioni, Trump è addirittura eversivo.
“Siamo sulla strada per vincere le elezioni. Ma ci vorrà tempo, dobbiamo essere pazienti: abbiamo fatto un grande lavoro”. Le parole del candidato democratico sono, alla luce dei dati, una cauta fuga in avanti. La replica di Trump, prima via Twitter (che lo censura) e poi in conferenza stampa, aprono uno scenario pericoloso. “Stiamo vincendo ALLA GRANDE, ma tenteranno di rubare l’elezione. Non lasceremo mai che lo facciano. Non si possono esprimere voti dopo la chiusura dei seggi!”. Il tweet viene subito bollato come “controverso” dal social network, perché “potrebbe essere fuorviante in merito alla modalità di partecipazione alle elezioni o ad altri strumenti di coinvolgimento della cittadinanza”.
Quello che avviene dopo, alla Casa Bianca, conferma la strategia del tycoon repubblicano. “Francamente, abbiamo già vinto. Ringrazio gli americani, abbiamo vinto ovunque, risultati fenomenali”. Il tentativo di attribuire voti al suo avversario, aggiunge, sarà “una truffa”. Di fronte alla quale, annuncia, “ricorreremo alla Corte suprema”.
Sembra una contesa tra bambini, quando ancora vogliono solo vincere, prima che imparino a conoscere le regole e il peso della realtà. Trump e Biden, però, sono tutt’altro che bambini. Gli Stati Uniti restano in bilico, con le peggiori premesse per la vita democratica di un Paese che, in piena pandemia del Coronavirus, meriterebbe una guida sicura.