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I matrimoni difficili al tempo del Coronavirus

Ora niente taglio della torta o brindisi con gli invitati e neppure il lancio della giarrettiera, lo impone l’ultimo Dpcm. Ma le coppie italiane, come gran parte a livello mondiale, si erano già adeguate: nonostante il Covid-19, matrimoni sempre meno rinviati e feste adattate alle misure di prevenzione raccomandate da Governo e comitato tecnico-scientifico. Lo rivela il Global Report, ovvero lo studio sull’impatto del Covid-19 nei matrimoni condotto in 15 Paesi dal gruppo The Knot Worldwide (in Italia presente come Matrimonio.com), sulle nozze in programma da settembre 2020 a gennaio 2021. Il 41% delle coppie intervistate a livello mondiale (Italia al 61%) a metà settembre ha dichiarato di non avere intenzione di cambiare la data del matrimonio in questo momento.

A metà aprile il dato era al 13%. Nel resto d’Europa: in Francia il 74% ha dichiarato di non voler rinviare la data e il 58% in Portogallo. Negli Stati Uniti, dai portali The Knot e WeddingWire, il 58% delle coppie rivela di non voler apportare modifiche alla data.

Certo, la maggioranza dei futuri sposi è in ogni caso decisa a posticipare l’evento. La media globale è intorno al 50%, 19 punti al di sotto del dato di aprile. Ma il cambio della data non comporta il taglio del budget: l’87% dice di non aver intenzione di rivedere il format o assumere meno professionisti. E molte coppie scelgono la doppia celebrazione, matrimonio e poi, in un secondo momento, la celebrazione: la formula negli Stati Uniti è al 56%, poi Cile (42%) e Canada (39%). Sempre negli Stati Uniti, molte coppie optano per una piccola celebrazione o minimonia con i loro cari prima della loro celebrazione e l’83% riferisce che assumerà uno o più dei loro professionisti del matrimonio per questo mini evento. In Italia, il numero di coppie che optano per questa modalità è più basso (10%).

Inoltre, il dato sulle coppie che decidono di annullare le nozze è basso e invariato dall’inizio della pandemia, con una media globale del 9% e in Europa solo il 5%. Tra gli altri dati dallo studio sui matrimoni emerge il principale ostacolo per i festeggiamenti, ovvero il momento in cui la pandemia uscirà dalle nostre vite. In tutti i paesi il motivo principale del rinvio è dovuto alla durata del virus. La maggior parte dei matrimoni che vengono rinviati passano al 2021, con pochi posticipi al 2022 (la media globale si attesta intorno al 3%). E un ulteriore fonte di ansie è fissare il giorno adatto: dal venerdì, alla domenica, ai giorni feriali o, più spesso, alle date a partire dal 2022. Ciò significa che i tempi di organizzazione, che normalmente si attestano tra i 12 mesi in Europa e i 18 mesi negli Stati Uniti, vengono ora estesi a 18 o addirittura 24 mesi.

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