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Greco (Dxc Technology): “I nostri servizi fanno muovere il mondo”

Tra i fattori che hanno permesso a molte aziende di continuare a restare attive, e ai loro dipendenti di continuare a lavorare anche durante il lockdown, ci sono le piattaforme digitali. Dxc Technology è il gruppo internazionale basato negli Usa, che si occupa di servizi di information technology, con un mercato di riferimento fatto di organizzazioni pubbliche e private, che durante il lockdown non ha mai chiuso e anzi, è cresciuta riuscendo ad assumere in Italia quest’anno, circa 250 persone. Dxc è dunque una di quelle aziende che hanno aumentato la platea di clienti nella crisi, rispondendo a quel bisogno diffuso di accelerare la trasformazione digitale.

 

Il gruppo a livello mondo ha chiuso l’esercizio fiscale del 2019 con un’utile di 1,25 miliardi di dollari a fronte di 20,7 miliardi di ricavi, concentrati per due terzi nel privato. In Italia il fatturato è stato di circa 440 milioni. La sede principale italiana si trova a Cernusco sul Naviglio, e le linee di servizio principali sono: outsourcing, data center, servizi in cloud , cybersecurity e poi tutto il mondo delle applicazioni proprietarie fino alla componente di analitics e di digitalizzazione dei processi. “Dal 22 febbraio in poi siamo ricorsi al lavoro da remoto – racconta Lorenzo Greco, ad di Dxc Technology Italia – e in poco meno di due settimane oltre il 95% delle nostre persone ha cominciato a lavorare da casa: non abbiamo subito alcun tipo di contraccolpo da un punto di vista produttivo e non abbiamo dovuto ricorrere a cassa integrazione. Ci piace definire la nostra attività come qualcosa in grado di far funzionare le cose importanti, abbiamo in mano sistemi e servizi che fanno muovere il mondo. Per molti di noi questi mesi sono stati molto impegnativi perché abbiamo dovuto supportare i nostri clienti ancor più da vicino, e la domanda è aumentata”.

 

Tra i clienti dell’azienda ci sono vari enti pubblici (Mit, Inail, Comune di Milano, Miur) e aziende private tra cui Tim, Fastweb, Ferrero, che hanno usufruito dei servizi di Dxc Technology per permettere ai propri dipendenti di lavorare da remoto durante il lockdown. “Se il 14 settembre hanno riaperto le scuole un po’ del merito è stato nostro, perché abbiamo realizzato questa estate una serie di procedure per le supplenze che hanno permesso l’avvio dell’anno scolastico – continua Greco – e stiamo aiutando il ministero dei Trasporti nella predisposizione di tutti i sistemi e procedure che permetteranno di fare esami per la patente in sicurezza”.

 

Tra i settori più all’avanguardia in cui opera l’azienda c’è quello dello sviluppo delle piattaforme per la guida autonoma. Dxc sta sviluppando i sistemi cosiddetti di livello 3, cioè quelli che sono in grado di riconoscere le condizioni di strade e autostrade e di avvertire il guidatore quando le condizioni esterne eccedono le sue possibilità. “Stiamo sviluppando sistemi a livello 3 per Bmw ma sarà molto difficile che possano essere commercializzati prima del 2022” spiega Greco. “Sulla guida autonoma si stanno facendo dei progressi ed è solo questione di tempo sulla loro commercializzazione. Si dovranno comunque affrontare i temi della responsabilizzazione e della legislazione intorno alla guida autonoma, oltre che quello legato alle infrastrutture. Lo vedi un veicolo autonomo viaggiare nei vicoli e nelle stradine delle città italiane?”. In effetti gli ostacoli – fisici e legali – non sono pochi.

 

“Le conseguenze sulla filiera dell’automotive comunque non ci devono spaventare ma quella della guida autonoma deve essere vista come una grande occasione. Il livello 3 sicuramente renderà i nostri veicoli ancora più sicuri e potrà migliorare il tragico bilancio dei morti sulla strada. Perché gli algoritmi delle auto autonome o funzioneranno oppure no, e le auto resteranno ferme, ma di certo non sbagliano”. Greco è sicuro che “se tutti i veicoli fossero guidati da soli non ci sarebbero incidenti” ma ammette che questo è uno scenario ancora lontano nel tempo.

 

Sul futuro delle piattaforme digitali quale sarà la prossima ‘big thing’? “Non brillerò per originalità ma sicuramente rispondo le app basate sull’AI. Saranno sempre più presenti e saranno sempre più pervasive nella nostra vita, neanche ce ne accorgeremo più quando utilizzeremo servizi basati sull’intelligenza artificiale. E i prodotti e servizi che non la adotteranno usciranno dal mercato, perché l’aspettativa del consumatore medio sarà ormai quella”.

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