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Il private equity in soccorso degli All Blacks

Non basta la danza haka con fedeli in ogni angolo del mondo e neppure il posto assicurato tra le leggende dello sport. Il peso del Covid-19 si avverte anche sugli All Blacks, la nazionale neozelandese di rugby, un brand che vale centinaia di milioni di euro e che prima del via alla furia del virus poi divenuta pandemia, era in attivo, secondo la federazione neozelandese, di circa 57 milioni di euro. Magliette, accessori, costo di biglietti alle stelle per le partite, i fenomeni della palla ovale producevano dollari senza sosta.

 

Poi, lo stop, il lockdown, i tornei sospesi, la contrazione del giro d’affari legato al marchio degli All Blacks. E ora servono soldi freschi per sostenere le attività, per le giovanili, per le competizioni internazionali come il Tri Nations (assieme ad Argentina e Australia). Tra i gruppi interessati a entrare nel mondo degli All Blacks ci sarebbe Silver Lake, fondo statunitense con pacchetti di azioni sia nella lega di arti marziali UFC e nel City Football Group, che possiede il Manchester City e ha costruito un arcipelago di società minori tra Sudamerica, Australia, Stati Uniti, Asia ed Europa. Certo, il private equity non è un qualcosa di nuovo per il rugby e per lo sport in generale. Ma è sempre più la chiave d’accesso per ricorrere a liquidità che serve a contrastare gli effetti della pandemia che ha svuotato gli stadi e spento gli animi dei tifosi, con ricadute sugli incassi dai biglietti, nel merchandising, ovviamente anche negli assegni meno corposi delle tv che mostrano partite con gli spalti vuoti.

 

Se sarà Silver Lake a investire sugli All Blacks, farà compagnia a CVC Capital Partners, gruppo inglese che ha acquistato partite della Premiership inglese, della Pro14 europea e sarebbe ancora in trattative per investire nel Sei Nazioni (circa il 15% delle azioni). Cvc è entrato anche nel calcio italiano assieme ad Advent e Fsi, con il 10% delle azioni – in cambio di 1,4 miliardi di euro – nella newco costituita dalla Lega di Serie A per andare a trattare la cessione dei diritti televisivi per il prossimo triennio e anche oltre. Lo stesso fondo ha avuto interessi nella MotoGp, nella F.1, perché il private equity è parecchio attratto dagli investimenti sportivi, che sono in grado di produrre anche enormi dividendi. Proprio Cvc ha venduto la F.1 agli americani di Liberty Media nel 2016, valutazione complessiva da otto miliardi di dollari, con un rendimento del 500%.

 

Degli oltre mille miliardi di dollari di patrimonio complessivo, i maggiori fondi di private equity nel 2019 hanno investito oltre 13 miliardi in squadre di calcio, basket, rugby, nei diritti tv di superbike e nei canali televisivi sportivi. Il rapporto tra investimenti iniziali e totale dei patrimoni è dell’1,26% circa. Le più attive in termini di numero di operazioni (11 su 21) e d’importo sono le società americane.

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