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Parità di genere, riflesso pavloviano

Ci risiamo. Dopo sedici task force di esperti nominate da questo governo, con un riflesso pavloviano degno di miglior causa, ci risiamo. E stavolta non è solo questione di nomi, non è solo questione che nella governance prefigurata finora per la gestione del Next Generation Eu, le donne, come al solito – ricordate le proteste che si levarono per la composizione della task force guidata da Vittorio Colao? – latitano. Stavolta manca proprio il ‘quonquibus’, ovvero la scelta dei progetti e la dotazione di fondi. Per promuovere l’eguaglianza e la parità si prevedono appena 4 mld di euro, inseriti nella voce ‘politiche sociali’, cui si destinano nel complesso 17,1 mld.

 

Stavolta l’ennesimo ‘non ci sto’ delle donne è risuonato forte e chiaro: oltre venti fra associazioni, organizzazioni e sigle sindacali che raccolgono migliaia di aderenti fra manager, imprenditrici, politiche, docenti di ogni ordine e grado, scienziate, artiste, giornaliste, banchiere, hanno indirizzato una lettera al Presidente del Consiglio Conte, alle Ministre e ai Ministri per chiarire che la governance dei fondi di Next Generation Eu va gestita in modo paritario, sia nella composizione dei comitati sia nella scelta dei progetti e nella destinazione del denaro.

 

“A quanto apprendiamo dai giornali, sarà affidata al Comitato interministeriale degli affari europei composto dai ministri: 8 donne e 14 uomini – si legge nella lettera – Il piano di attuazione e la vigilanza politica dovrebbero, invece, essere assegnati a un comitato esecutivo formato dal Presidente del Consiglio e da due ministri ‘di spesa’: Economia e Sviluppo economico. Tre uomini. Dovreste promuovere l’uguaglianza e la parità come vi chiede l’Europa, che indica la parità tra uomo e donna nel processo decisionale come target chiave, che va perseguita integrando la dimensione di genere in tutte le politiche, in tutti i progetti, e non prevedete competenze femminili nella cabina di regia?”.

 

Oltre a ricordare al Governo la vicenda della composizione del Comitato Colao, le firmatarie contestano la ripartizione dei fondi così come appare nella bozza di proposta per gli assi di spesa di Next Generation Eu: “Con sommo sconcerto, abbiamo scoperto che per le politiche di parità si prevedono solo 4,2 miliardi. Non solleviamo esclusivamente un tema di genere, ma un tema di crescita. Tuttavia, con queste cifre non si arriva nemmeno al traguardo fissato dall’Europa per i nidi nel 2010. E’ una delle ragioni per cui insistiamo sulla valutazione di impatto di genere ex-ante e ex-post, un’analisi dei costi e dei benefici per l’impiego più utile dei fondi. Pur essendo state le protagoniste della battaglia contro il Covid, sono poche le donne nei vertici dei partiti -sottolineano ancora – nelle cariche pubbliche e nei luoghi decisionali e sono poche anche nel mercato del lavoro. E pochi sono i bambini e le bambine che hanno accesso al nido, e pochi usufruiscono del tempo pieno, soprattutto al Sud”.

 

“Vogliamo salvare questo Paese e cogliere un’occasione storica – concludono – per abbattere le discriminazioni economiche, culturali e sociali che immiseriscono metà della popolazione. Fare senza le donne, senza tenere la parità come asse principale, attraverso lo sviluppo dell’occupazione e di un piano straordinario di infrastrutture sociali, significa impoverire tutti. Ci sono decine di nomi femminili da proporre per qualunque comitato si voglia inaugurare: avete solo l’imbarazzo della scelta”.

 

A firmare la lettera sono CGIL-Politiche di Genere, CISL, UIL, Assist-Associazione Nazionale Atlete, Base Italia, Campagna Donne per la salvezza–Half of it, Community Donne 4.0, Dalla stessa parte, DateciVoce, Differenza Donna Ong, Donne Banca d’Italia, Fuori Quota, GammaDonna, Il Giusto Mezzo, Le Contemporanee, M&M-Idee per un Paese migliore, One Billion Rising Italia, Rebel Network, Rete per la parità, Se non ora quando-Libere, Se non ora quando–Torino e Soroptimist International Italia.

 

Vista la “pausa di riflessione” che il premier Giuseppe Conte si è dovuto prendere su progetti e governance del Next Generation Eu sotto l’onda degli attacchi di Italia Viva e del suo leader Matteo Renzi, non sarebbe male se in questa “pausa di riflessione” valutasse con la dovuta attenzione questa lettera.

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