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Il legame tra business e Spazio: dialogo tra un astronauta e un Ceo

illimity spazio

Secondo Roberto Vittori, astronauta dell’Esa, nei suoi lanci spaziali la Nasa ha sempre “tentato di eliminare qualsiasi errore alla radice”. Uno “sforzo enorme”, che porta all’assurdo che “l’unico modo di non fare errori è non fare la missione”. Eppure anche quando in gioco ci sono razzi da miliardi di dollari, l’approccio vincente è lo stesso che si usa nelle startup e nelle imprese: “sbagliare per imparare”. L’esempio fornito dall’astronauta è solo uno dei temi in comune tra Spazio e business affrontati insieme al Ceo di illimity bank, Corrado Passera, in un nuovo illimity talk virtuale ospitato dall’Open Summit di Startup Italia.

 

 

Lo scopo dell’evento era, infatti, confrontare su tematiche sorprendentemente comuni mondi totalmente diversi: da una parte Vittori, che è anche generale dell’Aeronautica militare e ha trascorso complessivamente oltre un mese nello spazio, dall’altra il fondatore di illimity che ha guidato anche grandi aziende come Olivetti, Poste Italiane e Banca Intesa, oltre ad essere stato ministro.

 

 

L’importanza dell’errore, illustrata da Vittori, racconta probabilmente meglio di qualsiasi altra cosa i cambiamenti che stanno stravolgendo il settore dello Spazio, ma anche quello della finanza. L’approccio della Nasa, racconta Vittori, ha portato al pensionamento dello Shuttle nel 2011, e al passaggio del business dei lanci dalle agenzie agli imprenditori privati, come Elon Musk – che prima di arrivare a SpaceX è passato proprio dalla finanza e da un gigante dei pagamenti digitali: Paypal.

 

 

L’approccio di Musk e degli altri ha portato nel settore spaziale un concetto nuovo: “Sbagliare per imparare funziona. Per 60 anni abbiamo pensato che fosse impossibile far atterrare il primo stadio dei razzi”, dice l’astronauta italiano: SpaceX, attraverso tanti fallimenti, la sta facendo diventare la prassi.

 

 

Nella finanza, addirittura, con il concetto di ‘sandbox’ si sta creando un ambiente dove alle startup, agli attori del fintech e alle banche sia consentito sperimentare, magari sbagliando, i propri prodotti. Secondo Passera “non bisogna aver paura dell’errore, e dobbiamo toglierla ai giovani, perché è il blocco maggiore per una società innovativa. Bisogna uscire dal sentiero segnato, altrimenti non ci sarebbe mai nulla di nuovo. E questo dovrebbe già partire dalle scuole e dalle famiglie. Nelle aziende, se fanno carriera solo quelli che non fanno errori, vuol dire che quell’organizzazione non innova e non riesce a trattenere i suoi talenti”.

 

Le regole, come quelle europee sulla sandbox, “possono contribuire a stimolare la sperimentazione. Quando abbiamo creato la nuova legislazione per le startup lo spirito era quello, e successivamente la legge è stata anche migliorata”. Anche Passera ha commesso i suoi errori: “Io mi sono schiantato quando ho voluto tentare la strada politica dopo essere stato un ministro ‘tecnico’. Non ce l’ho fatta. E mi sono anche fatto male. Ma ho imparato qualcosa. Ho imparato che la scelta delle giuste tempistiche non è indifferente ma soprattutto ho nuovamente imparato l’importanza della squadra, e in quel caso non ero riuscito a mettere insieme una squadra sufficientemente forte”.

 

 

Un altro delicato equilibrio che accomuna Spazio e impresa è quello tra collaborazione e competizione. Qualsiasi progresso finora raggiunto nell’uomo dello spazio si deve allo scontro tra Usa e Unione Sovietica, ma la stazione spaziale è un esempio di collaborazione internazionale. L’importanza della collaborazione “è fuori discussione”, dice Vittori: “Qualsiasi avventura deve essere frutto di una collaborazione. Ma per innovare bisogna confrontarsi: la competizione dell’innovazione” deve diventare parte integrante del sistema. Nel Fintech, la collaborazione tra illimity e Gruppo Sella per la gestione di Hype è stata una delle notizie dell’anno nel mondo dei pagamenti digitali.

 

Il caso Hype, dice Passera, “è un esempio perfetto. Noi ci siamo detti: ma perché competere per forza? Creiamo insieme un leader di mercato”, un mercato dove, tra l’altro, “comunque alla fine bisogna collaborare, perché non si può essere i migliori in tutto”.

 

In ogni caso, ricorda Vittori, per trovare similitudini tra Spazio e fintech non c’è bisogno di voli pindarici. La new space economy è reale e ben avviata, formata da un tessuto imprenditoriale dove le startup sono tantissime. “Se parliamo di startup non possiamo non considerare lo spazio.

 

Nei prossimi 20 anni abbiamo l’opportunità di scoprire il prossimo continente, la Luna”. Potremo sfruttarne le risorse, e “reinventare il processo manifatturiero”. Un’opportunità per l’economia e per l’ecosistema, e per sfruttarla, secondo l’astronauta, “il concetto di startup e innovazione sarà centrale”.

 

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