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Parte il calciomercato, senza soldi

Da oggi fino al 1 febbraio solo prestiti a costo zero. Lo scorso anno, invece, decine di milioni di euro investiti per Eriksen all’Inter e Kulusevski alla Juventus, senza contare l’arrivo di Ibra al Milan. Parte il calciomercato di gennaio per la Serie A che si è ritrovata senza liquidità. La pandemia, gli stadi vuoti, gli sponsor che hanno rivisto gli assegni verso il basso, il merchandising che tira meno di prima. E’ il peso della crisi dettata dal Covid-19 che ha colpito lo sport mondiale, sul mercato si spenderà poco, pochissimo.

Per consentire qualche spostamento è intervenuta la federcalcio, chiedendo ai club non in linea con l’indice di liquidità di chiudere la sessione invernale con un disavanzo non superiore ai 2,5 milioni di euro. Insomma, l’austerity traccia la linea e i top club con ambizioni di scudetto sono costretti ad adeguarsi. Suning, anche per i paletti piazzati dal governo cinese ai colossi orientali che investono nel calcio, ha imposto il saldo zero all’Inter tra arrivi e uscite. Se non si vende, non si compra, se parte il danese Eriksen (10 milioni di ingaggio annuo), oltre alla partenza di Nainggolan verso il Cagliari, allora potrebbero arrivare da Conte un attaccante, ma a costi minimi, magari in prestito, magari senza opzioni di riscatto a fine stagione.

E così la Juventus, che si gode il capocannoniere Ronaldo (31 milioni di euro d’ingaggio) ma che è ricoperta di debiti e prova a regalare a Pirlo una punta di scorta tra Llorente (parcheggiato al Napoli), oppure Giroud del Chelsea (35 anni) o addirittura Pellè, in fuga dalla Cina che piazza il salary cap per contenere le spese, dopo aver messo da parte una fortuna per il futuro. Attenzione ai bilanci anche al Milan, alla Roma, al Napoli che è forse l’unica con liquidità in cassa, ma che attende l’uscita di un paio di calciatori, tra cui Milik, fuori rosa da quattro mesi, per investire qualche spicciolo su un terzino sinistro. Insomma, poca roba, non ci sarà l’arrivo dell’Ibrahimovic di turno, non saranno investiti i 126 milioni di dollari del 2020, come indicato dal report Fifa, con Inghilterra (300) e Germania (206 mln) un passo avanti. I soldi per il calciomercato sono pochi, molti club sono ricorsi a prestiti con banche, istituti di credito per dotarsi di liquidità. Se la pandemia aumenterà i giri del motore, saranno ancora meno tra sei mesi.

E quindi la legge del Covid-19 colpisce anche mercati più fiorenti, come appunto la Premier League, che pure produce il triplo del giro d’affari complessivo rispetto alla Serie A. Per intenderci, senza l’effetto pandemia sarebbe già scattato l’assalto ai top player che a giugno saranno liberi sul mercato. Partendo da Leo Messi (valutazione di Transfermarkt, 100 milioni di euro), che tra un minuto potrebbe siglare un precontratto gratis con il Manchester City, oppure Paris Saint Germain, o l’Inter, che l’ha sempre sognato e ora non può permetterselo. Il Covid-19 batte il numero dieci del Barcellona, gli oltre 30 milioni di euro di stipendio spaventano anche sceicchi, fondi di investimenti e paperoni. E un gradino dietro alla Pulce, sono a portata di mano Donnarumma (al momento nessuna asta per un portiere di 21 anni), Aguero, Di Maria, Alaba, Wijnaldum, Depay, Calhanoglu. Atleti che spostano, che fanno vincere trofei. Ma per ora forse la coppa che vale di più è quella di evitare la bancarotta.

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