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Calenda: Siamo in una crisi politica più profonda di quella del ‘92

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Carlo Calenda, leader di Azione e candidato sindaco di Roma, guarda al 2021 lanciando un avvertimento: il Paese si fermerà, perché lo Stato ha smesso di funzionare. Ora serve una rivoluzione culturale. La versione completa di questo articolo, a firma di Fabio Insenga, è disponibile sul numero di Fortune Italia di gennaio 2021.

LE IDEE SONO CHIARE e le parole dirette. Come quelle che usa nella valanga quotidiana di tweet e post sugli altri social. Carlo Calenda ha scelto la sua strada e la percorre senza esitazioni. Risponde alle nostre domande nella nuova sede di Azione, in pieno fermento nonostante il rispetto delle norme anti Covid.

 

Ci sono trenta persone che lavorano a un progetto ben definito, la corsa al Campidoglio, ma anche a uno schema più largo, la costruzione di un soggetto politico capace di raggiungere gli elettori con un messaggio semplice e allo stesso tempo ambizioso: la politica deve essere buona amministrazione.

 

Il punto di partenza, e di arrivo, dell’analisi di Calenda è un’analisi impietosa dell’esistente. “Il Paese inevitabilmente franerà, lo Stato ha smesso di funzionare. Siamo di fronte a una crisi della Repubblica più profonda di quella affrontata nel 1992, perché non è solo la crisi di una classe dirigente ma dei fondamentali del Paese”. La via d’uscita è affidata al tentativo di instaurare un rapporto nuovo con i cittadini. “Mi auguro capiscano che non possono più votare persone a cui non affiderebbero la gestione di un bar. Devono sentire lo Stato come loro. Questo è un messaggio politico più rivoluzionario del Vaffanculo”. Si deve arrivare a “una completa rivoluzione del modo in cui il cittadino si approccia alla politica, libero dall’appartenenza a una contrada”.

 

La gestione dell’emergenza Coronavirus

 


Entrando nel merito dei problemi, non si può che partire dalla gestione dell’emergenza Coronavirus. “È stata fallimentare in tutte le componenti che richiedevano un lavoro da parte delle Istituzioni. Hanno funzionato solo i sacrifici fatti dai cittadini, il resto no. A partire dalla mancata preparazione alla seconda ondata, come è evidente dal rapporto del numero dei morti sugli ammalati: in Italia circa 3,5%, in Germania l’1,5%, la media Ue è di poco superiore al 2%. Un vero e proprio disastro, nessun Paese ha fatto peggio di noi, siamo alla pari della Gran Bretagna. Questo dimostra che non è stato preparato il Sistema sanitario”.

 

Non a caso, ricorda, a maggio Azione ha presentato al ministro della Salute Roberto Speranza un lavoro del team guidato da Walter Ricciardi, consulente del ministro e uno dei fondatori del partito di Calenda. In quell’occasione, “proponevamo l’apertura a zone, con il semaforo, ma con soli nove parametri più semplici da capire e, soprattutto, regione per regione, indicavamo gli obiettivi da raggiungere, tra l’altro, in termini di terapie intensive e di residenze Covid. La distanza da quei parametri all’inizio della seconda ondata era ancora del 50%. Era stato fatto metà di quello che si doveva fare: il governo ha fallito”.

 

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di gennaio 2021. Ci si può abbonare al magazine mensile di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale

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