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Il governo e la trattativa, oltre Calenda e Mastella

La politica e la storia parlamentare sono piene di trattative, più o meno nobili. Pubbliche e sotto banco, leali e soprattutto sleali. La crisi di governo che si sta consumando in queste ore ripropone schemi noti. Promesse, poltrone, mediazioni. E anche voltafaccia e imboscate.

 

La disputa di oggi fra Carlo Calenda e Clemente Mastella aggiunge però un elemento relativamente nuovo, almeno per le fasi decisive di una fase di mercato frenetica come quella che precede la conta su un voto di fiducia in bilico: la spettacolarizzazione via social network.

 

L’ha spiegato lo stesso Calenda. La scelta di divulgare il contenuto di una conversazione privata per screditare chi lo ha chiamato è un salto di qualità, anche per la diffusione immediata e capillare della ‘sputtanata’.

 

 

La reazione di Mastella dice tanto altro. “Sei persona di squallore umano incredibile. Sei rimasto quello che conoscevo all’epoca del Cis di Nola, che era il referente per le segnalazioni. Ruolo modesto, perché sei moralmente modesto”.

 

Lo spettacolo è indubbiamente pessimo. Ma i giudizi morali sullo ‘sputtanatore’ e sullo ‘sputtanato’ li lasciamo ad altri.

 

Una riflessione la merita però, ancora una volta, il rapporto tra la realtà e i social network. La distinzione tra la dimensione privata e quella pubblica, anche quando si parla della più bassa compravendita di voti in Parlamento per costruire il sostegno a un governo, è definitivamente saltata. Qualunque parola, messaggio, allusione sia fatta in privato può potenzialmente diventare di dominio pubblico, con la velocità e la brutalità di un tweet.

 

La scelta di Calenda è discutibile da tanti punti di vista. Ce n’è uno però che riguarda proprio la deriva che spesso cavalcano i leoni da tastiera, la ‘sputtanata’ degli altri che porta consenso. Nel caso di un politico, come Calenda, la domanda successiva riguarda il legame che c’è tra il consenso via social, quello dei like e dei retweet, e il consenso reale, quello degli elettori.

 

Poi restano le domande più rilevanti, che prescindono da Calenda e che invece riguardano da vicino Mastella. E anche il premier Giuseppe Conte e gli altri esponenti della maggioranza, a partire da Nicola Zingaretti.

 

Nella situazione in cui siamo, può reggere un governo sostenuto da una maggioranza raccogliticcia e, in parte, sostanzialmente comprata?

 

Se anche si arrivasse a creare un gruppo consistente di responsabili/costruttori, quale prezzo e quanti ricatti avranno prodotto le trattative di queste ore?

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