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Crac Alitalia, il 5 febbraio udienza gup, chiesto processo per dieci

Dieci richieste di rinvio a giudizio e undici di archiviazione. È con questo bilancio che l’inchiesta per il crac di Alitalia-Sai la prossima settimana approda in aula a Civitavecchia. Il gup, riferiscono fonti legali, ha fissato per il 5 febbraio l’udienza per decidere se mandare o meno a processo l’ex Presidente e Ceo di Etihad James Reginald Hogan e altre nove persone, tra cui i tre manager che si sono succeduti alla guida della compagnia dal primo gennaio 2015 al 2 maggio 2017: Silvano Cassano, Luca Cordero di Montezemolo e Mark Cramer Ball. Bancarotta fraudolenta aggravata, false comunicazioni sociali e ostacolo alla vigilanza, le ipotesi di reato contestate a vario titolo.

 

Con ogni probabilità, riferiscono le medesime fonti, la discussione davanti al giudice è tuttavia destinata a slittare, dal momento che le difese chiederanno il rinvio a dopo il 25 maggio. La ragione della richiesta: il 14 gennaio il commissario straordinario di Alitalia, Giuseppe Leogrande, ha presentato opposizione alla proposta della Procura di archiviare le posizioni di 11 indagati e il giudice (diverso da quello che deciderà sui rinvii a giudizio) ha fissato proprio per il 25 maggio l’udienza per discutere l’opposizione. In quella sede il gip potrebbe decidere di archiviare, chiedere un supplemento di indagine o l’imputazione coatta. Impossibile, quindi, procedere con il procedimento principale senza prima conoscere l’esito delle richieste di archiviazione, che riguardano i medesimi episodi, senza contare che in alcuni casi i pm hanno chiesto l’archiviazione di alcune contestazioni e il rinvio a giudizio per altre.

 

Finora era emerso che il procuratore capo di Civitavecchia, Andrea Vardaro, e i pm Allegra Migliorini e Mirko Piloni, avevano chiesto l’archiviazione per l’Ad (in uscita) di Unicredit Jean Pierre Mustier, il Presidente e Ad di Piaggio, Roberto Colaninno, l’ex commissario di Alitalia Enrico Laghi, all’epoca consulente e presidente di Midco, la società che deteneva il 51% del capitale di Alitalia Sai, l’ex componente del collegio sindacale, Alessandro Cortesi, e la ex Presidente della fondazione Mps e consigliere di amministrazione di Alitalia, Antonella Mansi. Tra le posizioni per le quali è stato chiesto di archiviare ci sono anche Paolo Andrea Colombo, vicepresidente di Intesa Sanpaolo ed ex membro del Cda di Alitalia, Corrado Gatti, ex presidente collegio sindacale, James Rigney, ex Cfo di Etihad ed ex componente del Cda di Alitalia, Giovanni Bisignani, ex Ceo di Iata e componente del Cda di Alitalia, Claudio Rosati ex vice president financial planning & control e poi financial reporting della compagnia e Claudio Di Cicco ex vice president financial reporting.

 

Per la procura si tratta di sindaci, consulenti e amministratori privi di delega che ignoravano la situazione di dissesto che portò alla dichiarazione di insolvenza di Alitalia-Sai sancita dalla sentenza del tribunale di Civitavecchia dell’11 maggio 2017. Di avviso contrario, spiegano le medesime fonti, l’amministrazione straordinaria di Alitalia, per la quale gli amministratori, provenienti in buona parte dal mondo bancario, erano pienamente consapevoli della situazione patrimoniale della compagnia, mentre i componenti del collegio sindacale non avrebbero attivato i poteri di denuncia legati alla loro funzione. Da qui l’opposizione.

 

Al centro dell’inchiesta, le discrepanze tra la reale situazione finanziaria della compagnia e i bilanci approvati (con l’inserimento di plusvalenze fittizie), sprechi e alcune operazioni, tra cui la cessione a Etihad degli slot londinesi. Le indagini partirono subito dopo la sentenza che dichiarò l’insolvenza e ammise la procedura di amministrazione straordinaria. Furono proprio le relazioni dei liquidatori a far nascere sospetti sull’operato dei manager che hanno guidato la compagnia di bandiera fino al maggio 2017, quando fu deciso il commissariamento. Il 22 maggio 2017 la Guardia di Finanza perquisì gli uffici di Alitalia, sequestrando server, pc e un’enorme mole di documenti: mail, perizie, bilanci, prospetti che, insieme alla relazione sulle cause dell’insolenza commissionata a PwC, costituiranno la base del lavoro certosino condotto dai magistrati per ricostruire catene di comando e responsabilità nelle decisioni che nell’arco di due anni, dall’ingresso di Etihad nel 2015 con il 49% del capitale sociale (il 51% rimase in capo a Midco), portarono Alitalia-Sai ad accumulare perdite per oltre un miliardo.

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