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palazzo chigi

Anche il Capo dello Stato Sergio Mattarella, probabilmente, si aspettava una reazione diversa. Fosse almeno per il timore reverenziale di un nome, quello di Mario Draghi, presentato per quello che è: l’ultima occasione utile per salvare il Paese. Le parole del Presidente della Repubblica avrebbero dovuto rappresentare un richiamo sufficiente a chiudere il suk di una politica capace ormai solo di mercanteggiare poltrone e convenienze di parte.

 

Invece, neanche il nome di Draghi è riuscito a chiudere il suk. La reazione dei partiti è stata sconcertante da tanti punti di vista. E le premesse per le consultazioni che inizieranno oggi sono pessime.

 

Ci si muove come se non si avesse la minima cognizione della situazione in cui siamo. Un eventuale passo indietro di Draghi aprirebbe uno scenario catastrofico.

 

Alle ragioni, spiegate con chiarezza da Mattarella, che rendono il ricorso alle elezioni un percorso che porta a perdere le risorse del Recovery Fund e a complicare la gestione dell’emergenza sanitaria e della campagna di vaccinazione anti Coronavirus, si aggiungerebbe un inevitabile shock finanziario. Con la corsa del deficit, e del debito, per i continui scostamenti di bilancio serviti a finanziarie le misure per contenere le conseguenze economiche della pandemia, senza le risorse europee, si aggiungerebbe anche la difficoltà a finanziarsi sui mercati, per le prevedibili tensioni che deriverebbero dall’ennesimo fallimento della politica italiana.

 

Considerare Draghi come una delle opzioni sul tavolo, da spremere o bruciare a seconda delle evenienze, è un lusso che la situazione non consente. E dai leader che sfileranno a Montecitorio davanti all’ex presidente della Bce ci si aspetterebbe almeno il buon senso di tenerne conto.

 

Tra loro, ce n’è uno che dovrebbe intervenire, nella maniera più chiara possibile, per fare la sua parte: l’ex premier Giuseppe Conte. Può dimostrare di avere lo spessore per ambire a un ruolo politico di primo piano, dimostrando la stessa responsabilità che fino a pochi giorni fa chiedeva agli altri. Oppure, rimanendo in silenzio, può trovare il suo spazio nell’affollata tribuna degli opportunisti.

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