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Le parole di Visco e l’agenda di Draghi

Il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, avrebbe detto le stesse cose anche se non fossimo alla vigilia della nascita di un governo guidato da Mario Draghi. Ma le sue parole, durante la versione tutta in digitale del tradizionale appuntamento finanziario del Forex, vanno inevitabilmente a legarsi con l’agenda e il programma su cui sta lavorando l’ex presidente della Bce.

 

Lo stimolo dell’analisi della Banca d’Italia sarà anche e soprattutto con Draghi a Palazzo Chigi un sostegno importante all’azione di governo. E i temi che Visco mette sul tavolo sono tutti stringenti.

 

Due, in particolare, rappresentano le due emergenze principali, quella sanitaria e quella economica e sociale, che sono strettamente intrecciate tra loro. Da una parte i vaccini contro il Coronavirus, fondamentali per consentire la ripresa. Dall’altra, uno dei problemi chiave. Le misure messe in campo per sostenere le famiglie e le imprese sono indispensabili, ma serve anche permettere la “fisiologica riallocazione delle risorse” dove ci sono lavoro e produzione. Il riferimento neanche troppo velato è al blocco dei licenziamenti.

 

Per affrontare le priorità di un momento complesso, e pensando anche al compito che spetta a Draghi, Visco guarda alla “coesione necessaria per riprendere la via della ripresa”.

 

Il discorso del governatore parte, come sempre, dall’analisi congiunturale. La spesa per i consumi è “frenata dai timori di contagio e da ragioni economiche precauzionali”. Ecco perché è “importante garantire i presidi sanitari. Il successo della campagna di vaccinazione sarà fondamentale per stabilizzare la ripresa”. Se il pil, a causa della seconda ondata Covid, è tornato a scendere, Visco parla di “una ripresa dell’attività produttiva dalla primavera”, se di dovesse prospettare “uno scenario di attenuazione dell’epidemia nei prossimi mesi”.

 

La chiave su cui insiste Visco, e di cui anche Draghi dovrà tenere conto, è quella delle riforme, sia nel breve sia nel lungo periodo. “La protezione dei lavoratori e delle aziende sane va conciliata con l’esigenza di non impedire la fisiologica riallocazione delle risorse verso imprese e settori con più opportunità di crescita. Superata l’emergenza, le misure dovranno costituire un ponte verso la realizzazione di riforme e investimenti per ritrovare la via dello sviluppo”.

Anche il Recovery plan è strettamente legato allo stesso concetto: “Per quanto essenziale per la modernizzazione della struttura produttiva, rischia di non essere sufficiente a garantire un innalzamento duraturo del ritmo di crescita se non sarà accompagnata da riforme che sciolgano i nodi che frenano lo sviluppo e l’investimento privato”. Per Visco “non si tratta di prestare un ossequio formale alle puntuali raccomandazioni della Commissione europea, ma di affrontare in maniera concreta problemi di cui da anni si dibatte”.

 

 

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