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Effetto Brexit, crolla export Gb verso Ue

Whisky, formaggio, cioccolato, manzo. Ma anche agnello o montone, cibo per animali, salmone, maiale, pesce, cereali. L’effetto-Brexit si sta abbattendo come un tornado sui conti del Regno Unito, che vede nell’ultimo anno in drastico calo questo elenco di alimenti e bevande in viaggio verso i paesi dell’Unione Europea. Lo certifica un ente commerciale, il Food and Drink Federation (FDF), che indica in Lussemburgo, Portogallo, Irlanda, Italia e Croazia i paesi in cui la contrazione dei prodotti importati dal Regno Unito è più evidente. Il calo delle esportazioni a gennaio 2021 rispetto allo stesso mese del 2020 è stato di oltre 817 milioni di euro.

Certo, sui pessimi dati dell’export influisce anche il Covid-19, con il calo della domanda per la chiusura di ristoranti, hotel, strutture ricettive, ma è soprattutto l’uscita dall’Unione Europea a pesare sui conti. Il primo prodotto, secondo l’analisi del FDF, è il whisky, uno dei prodotti di punta e di maggiore qualità in arrivo da Inghilterra, Galles, Scozia. Da 123 milioni di euro di merce spedita a gennaio 2020 a 45,4 milioni dello scorso gennaio, -63,1%. Ma è andata anche peggio per il formaggio (-85%), passato da circa 53 milioni di euro di merce verso l’Unione Europea a otto milioni di euro.

La marcia indietro è stata innestata anche dal cioccolato (da 48,3 milioni a 15,3 milioni di euro, -68,4%) ed è stato un tracollo per il beef, il manzo, da 46,6 milioni di euro ad appena quattro milioni di euro, con -91,5%. Dunque, i classici prodotti inglesi, apprezzati da sempre in Europa, dovranno chiedere conto alla Brexit, al primo ministro Boris Johnson, perché la caduta è evidente e rovinosa. E a farne le spese sono anche i cibi per gli animali, in passato parecchio richiesti dal Regno Unito: da 40 milioni di euro di prodotti a gennaio 2020 a otto milioni di euro a gennaio 2021 (-80,3%), ma va male anche la richiesta di agnello e montone dall’Ue, da 38,3 milioni di euro di merce a 18 milioni di euro a gennaio 2021, -45%.

Per il salmone si è registrato un salasso, da 32,3 milioni di euro ad appena 600 mila euro di richieste, addirittura -98%. Un crollo anche per la carne di maiale (da 31 milioni di euro di commesse per l’Unione Europea a gennaio dello scorso anno a quattro milioni scarsi a gennaio 2021, -86,9%), così per pesce (da 30 milioni a 6,1 milioni, -79,1%) e cereali per la colazione, da 29 milioni di euro a 7,3 milioni di euro.

Insomma, il danno commerciale per il Regno Unito è stato evidente e così anche, come dimostrato dall’Ufficio per le statistiche nazionali, da dicembre 2020 a gennaio 2021, con -40,7%, il più grande calo mensile del commercio britannico nell’ultimo ventennio. E se l’export va male a causa della Brexit, non ci sono cifre rassicuranti invece sull’import, sui prodotti che seguono la rotta inversa, dall’Unione Europea al Regno Unito. Insomma, i danni per l’uscita del Regno Unito dall’Ue si avvertono sui conti dei singoli stati, anche se si tratta di contrazioni più contenute. Le prime cinque categorie a risentirne sono verdure, carne di maiale, vino, frutta e formaggio.

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