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La disattenzione sui Bitcoin e il pericolo speculazione

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L’analisi sui Bitcoin di Giuseppe Di Taranto, professore emerito di Storia dell’economia alla Luiss: c’è stata disattenzione e si è lasciato spazio alla speculazione. La versione originale di questo articolo, a firma di Alberto Sisto, è disponibile sul numero di Fortune Italia di aprile 2021.

Avere chiaro il pericolo, ma andarci contro quasi deliberatamente. Sembra l’atteggiamento assunto dal Parlamento europeo davanti al mondo delle valute digitali. A settembre dell’anno scorso, dopo aver preso atto che nel 2020 esistevano a livello globale più di 5.600 cripto-attività per 260 mld di dollari, il 65% in Bitcoin, e che l’uso illegale delle criptomonete vale circa 76 mld, ha pensato di dare il via libera alla regolamentazione del settore avviata dalla Commissione Europea, anziché ragionare su come arginarlo.

Eppure, l’affermazione di questa sorta di monete private sembra andare contro alcuni elementari principi economici: il loro controvalore non è esigibile, hanno una volatilità esagerata e moltiplicano il numero delle valute dopo che gli Stati europei si sono dannati per arrivare all’Euro. Perché allora si sono affermate? Queste preoccupazioni Fortune Italia le ha girate a Giuseppe Di Taranto, professore emerito di Storia dell’economia alla Luiss.

Come è stato possibile che si affermassero le criptovalute, monete private a cui il 99% delle persone non si avvicinerebbe neanche con le molle?

Se lei stampa valuta finisce in galera. Ma con i Bitcoin siamo di fronte a una valuta che non esiste: è digitale ed è proprio perché questa moneta non è in circolazione che le autorità non possono fare nulla. Ma io sto cambiando idea.

Cioè?

A mio avviso bisogna stare attenti a continuare a ripetere che non è una moneta reale. Forse è ‘parareale’, [scherza, ndr] ma è discutibile l’idea che sia ancora una moneta del tutto informale. Ha un valore di riferimento, i cambi con le altre monete, come dollaro ed euro, e ci si possono pagare dei beni e anche le tasse in alcune università. Stanno diventando un pericolo.

C’è stata una sottovalutazione da parte del sistema, visto che nella tradizione la moneta la stampa il principe?

Forse c’è stata un po’ di disattenzione e voglia di lasciare degli spazi alla speculazione. Del resto, se volessero bloccare il fenomeno, basterebbe bloccare la piattaforma dove vengono registrate le operazioni, ma le autorità monetarie non lo hanno fatto. Ci sarà qualche grande interesse, delle multinazionali o anche di qualche banca centrale.

Anche gli Stati stanno pensando alle monete digitali: la Cina, gli Usa, anche la Bce valuta l’euro virtuale

L’euro digitale è digitale, ma ha tutte le garanzie dell’euro reale: non sarà più cartaceo, perché così si riducono i costi di transazione, ovvero la stampa, il conio e la distribuzione di banconote e monete. Ma c’è una grande differenza, perché l’euro, anche se digitale, ha una banca centrale alle spalle che lo garantisce e che risponde per qualsiasi cosa possa accadere.

Sulle criptovalute si investe come alla roulette o come in borsa, visto che si stanno affermando dei mercati con listini appositi?

Ha ragione, torniamo al punto, stanno diventando delle monete anche se rimangono non garantite e ci si investe come una roulette.

Quando ci sono stati dei default o delle truffe fra i gestori di portafogli, in realtà poi a sparire sono stati i dollari e le altre valute reali…

È questa la dimostrazione che non ci si fida fino in fondo di questa moneta digitale. Il Bitcoin che, come si sa, si basa su dei registri criptati e riservati agli utenti. Potrebbe servire soltanto a speculare. Il cambio dollaro con Bitcoin è una specie di moneta in più che entra nel mondo della speculazione.

Fermarle non dovrebbe essere impossibile.

La Banca d’Inghilterra e alcune banche americane, come la Bank of America, hanno vietato ai clienti di acquistare Bitcoin. Si attribuisce alle criptovalute un valore, totale, di alcune centinaia di miliardi di dollari.

Le dimensioni sono un pericolo per la politica monetaria?

Certo, le valute digitali partecipano alla creazione di base monetaria e quindi possono portare inflazione. Per il resto, non le do una cifra, che non avrebbe un senso pratico. Un paragone è più utile: guardarla in rapporto al debito pubblico mondiale. Quando i Bitcoin si avvicineranno alla cifra del debito pubblico mondiale diventeranno pericolosi. Il ragionamento ha valore anche a livello locale, pensando alla sola Italia.

La versione completa di questo articolo è disponibile sul numero di Fortune Italia di aprile 2021. Ci si può abbonare al magazine mensile di Fortune Italia a questo link: potrete scegliere tra la versione cartacea, quella digitale oppure entrambe. Qui invece si possono acquistare i singoli numeri della rivista in versione digitale.

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