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Recovery plan, via libera da Bruxelles e dal Cdm

osservatorio recovery plan

Il Recovery plan italiano incassa prima il via libera informale di Bruxelles e poi quello del Cdm. Al termine di una giornata lunghissima, il Piano messo a punto dal premier Mario Draghi e dai suoi ministri può essere portato in Parlamento, come da programma, lunedì.

È servita la garanzia del premier per superare i dubbi della Commissione Ue sulle riforme italiane. In un confronto con la presidente Ursula Von der Leyen, ha assicurato che le riforme saranno fatte, nei tempi e nei modi concordati.

La grana superbonus viene invece risolta, per ora, con l’impegno del ministro dell’Economia, Daniele Franco, a reperire le risorse necessarie alla proroga al 2023 con la prossima legge di Bilancio.

Aprendo la riunione del Consiglio dei ministri, il premier ha annunciato il disco verde di Bruxelles, spiegando che la discussione va ora avanti con l’Europa su questioni molto marginali.

La Commissione Ue ha chiesto riposte puntuali, perché l’intera architettura del Recovery plan si regge sull’assicurazione di riforme certe, finalizzate a risultati misurabili e obiettivi concreti. Soprattutto quando si parla di riforma fiscale, gli uffici della Commissione voglio vederci chiaro. Così come avviene quando si vuole mettere mano alle procedure di selezione dei dipendenti pubblici.

Decisive per il disco verde europeo, come sottolineato dal premier durante la riunione, la vocazione ambientale e digitale. Senza, ha evidenziato secondo quanto riferito, questo Piano non sarebbe mai stato accettato dalla Commissione Europea.

Nel testo del Recovery, secondo quanto riferito da fonti del Pd, anche la norma sulle quote occupazionali a favore di giovani e donne per i tutti progetti collegati a Next Generation Eu.

 

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