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Sparked, l’ultima sfida di Facebook a Tinder

Due o più sconosciuti per incontri virtuali da quattro minuti. Per la scintilla, per un incontro occasionale dal vivo, chissà. L’ultima sfida a Tinder, che resta l’applicazione più utilizzata tra i single che cercano l’amore o un’avventura, arriva da Facebook. Si chiama Sparked (scintilla, appunto), non è ancora disponibile in Italia, è ancora in fase di test (il sito è attivo, ma l’app non è ancora presente negli store di Google o Apple) ed è stata lanciata da NPE, il team di ricerca e sviluppo legato al colosso di Menlo Park.

Con Sparked, Facebook è al secondo tentativo in pochi mesi nel settore del dating video, perché da fine 2019 da casa Mark Zuckerberg (prima negli Stati Uniti, poi su altri mercati come quello britannico) è arrivato Facebook Dating, senza ottenere, almeno per ora, risultati straordinari. E quindi si riprova con Sparked, che sarà utilizzabile con il proprio account Facebook da parte degli utenti, ma che non prevede un profilo pubblico e messaggi diretti – a differenza delle app di dating di riferimento, come Tinder – e neppure la condivisioni di informazioni sul profilo Facebook.

Se il primo speed date fosse soddisfacente, gli utenti potranno poi procedere con una seconda videochiamata da dieci minuti, per approfondire la conoscenza. Per il momento, gli utenti che cercano di creare un profilo tramite il sito internet dell’applicazione sono poi inseriti in una lista d’attesa che aprirà poi le porte al processo di registrazione. Durante la registrazione, il sito ricorda di mantenere un comportamento educato con gli altri utenti: per completare la creazione del proprio profilo, gli utenti dovranno inserire una descrizione che li possa certificare come Kind Dater. Gli utenti dovranno poi decidere con quali soggetti fissare i video appuntamenti selezionando tra uomini, donne e persone non binarie. Uno step successivo chiederà agli iscritti se intendono includere tra i potenziali partner anche i transessuali.

Dunque, un nuovo investimento per Zuckerberg su un’applicazione di speed dating video, da quasi due anni divenuta un’idea abbastanza popolare e che ovviamente ha conosciuto una decisa accelerazione a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia agli incontri occasionali dal vivo. Il decollo dell’app di video dating si è avuto con The League, lanciata nel 2019. A seguire, altre applicazioni come Hinge e soprattutto Tinder si sono lanciate all’inseguimento. E chat video sono arrivate anche su Bumble, un’altra delle applicazioni più frequentate dai single. Il settore è in fermento, il tira e molla sulle chiusura causa Covid-19 invoglia ancora alle conversazioni e video-incontri in Rete. Con Tinder che è ancora la capofila dell’app di speed dating, con 1,4 miliardi di dollari di entrate nel 2020 (1,1 miliardi nel 2019) ed è al quarto posto tra le app più redditizie del 2020, secondo i dati di Sensor Tower, alle spalle di TikTok, Piccoma (servizio di abbonamento manga giapponese) e YouTube.

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