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Mura (Pd): serve un Piano nazionale per la sicurezza sul lavoro

Per affrontare il tema delle morti bianche, come quelle avvenute a Prato e Busto Arsizio, serve un “piano nazionale per la sicurezza nel e del lavoro”. Romina Mura, deputata del Pd eletta ad aprile presidente della commissione Lavoro della Camera, assicura che su questo punto concordano tutte le forze politiche

I dati Inail dicono che nei primi tre mesi dell’anno gli infortuni sul lavoro calano, mentre aumentano dell’11,4% gli incidenti mortali. Vi risulta che ci possa essere una correlazione tra questi dati e le complicazioni dovute al Covid?

E’ sicuro, il Covid si inserisce fra le principali cause di morte dei lavoratori e delle lavoratrici nell’ultimo anno: nel 2020 ha determinato 1/3 delle morti bianche. Ma la sicurezza sul posto di lavoro è fenomeno complesso, deriva da mancanze e fragilità strutturali dell’organizzazione del lavoro nel nostro Paese. E’ carente la prevenzione degli incidenti sul lavoro e sono ancora insufficienti gli investimenti in sicurezza e in riorganizzazione dei processi produttivi così come la formazione dei lavoratori. Non è un problema di risorse ma di scelte: l’INAIL ha un avanzo di gestione di 34 miliardi, risorse ferme nelle casse dello Stato, ma negli ultimi tre anni ha speso in prevenzione meno di 5 miliardi. Un Paese civile non taglia gli investimenti necessari per la sicurezza e la salute dei lavoratori. Per noi l’Italia deve ripartire dal lavoro, dignitoso e sicuro per tutte e tutti. Perciò si deve intervenire su ciò che non funziona.

Il problema evidentemente è antico e prescinde da ciò che stiamo vivendo nell’ultimo anno. Ma in che modo la pandemia ha cambiato o può cambiare il concetto di sicurezza sul lavoro?

La pandemia ha riportato al centro la persona e i suoi bisogni. Questa terribile esperienza ha fatto pagare un prezzo altissimo in termini di vite umane perse e di un generale impoverimento collettivo. Ora dobbiamo avere maggiore consapevolezza della necessità di costruire le condizioni affinché ognuno, a prescindere da genere, età e condizione sociale, possa realizzare in libertà alcuni irrinunciabili diritti di cittadinanza: salute, formazione, lavoro. Lavoro in sicurezza, dignitoso e con una retribuzione giusta. E il lavoro è quello dipendente come quello autonomo. Spesso i morti sul lavoro, penso ai cantieri edili, sono lavoratori autonomi o titolari dell’attività di impresa.

Ci sono allo studio della commissione che presiede provvedimenti che possano consentire di uscire dall’ambito delle parole, pur giustissime, che vengono pronunciate ogni volta che accade un episodio come quello in cui ha perso la vita Luana?

Ogni volta che muore una lavoratrice o un lavoratore le istituzioni sono sconfitte, è sconfitto il nostro Stato di diritto. La morte di Luana, una giovane mamma piena di sogni, è sconvolgente come quella di tanti altri giovani e meno giovani morti sul posto di lavoro. Penso agli operai dei cantieri edili così come agli infermieri e ai medici morti a causa del Covid. Ne abbiamo discusso proprio oggi in commissione Lavoro. Tutti i gruppi politici concordano: il nostro Paese ha bisogno di un Piano straordinario per la sicurezza nel e del lavoro. Parliamo di prevenzione, formazione, riorganizzazione dei processi produttivi, controlli costanti e diffusi sul territorio. La prevenzione si costruisce con la formazione alla sicurezza dalla scuola e per tutta la vita lavorativa. Le ispezioni e i controlli devono essere svolti costantemente e in tutti i contesti lavorativi, ma sono solo una parte di ciò che serve per garantire un lavoro in sicurezza. La Commissione lavorerà in questa direzione, con convinzione e senza distinzione di appartenenza partitica.

L’occasione del Pnrr può essere colta anche per intervenire a implementare la sicurezza sul lavoro e in che modo?

Gli investimenti per la transizione digitale ed ecologica della nostra economia sono fondamentali perché serviranno a rivoluzionare il modo di produrre, di muoversi e di costruire relazioni, accorceranno le distanze fisiche e sociali, metteranno al centro di ogni processo la persona. Ogni soggetto pubblico e privato dovrà fare la propria parte. Il livello di sicurezza e il diritto alla salute fisica e psichica da garantire a chi lavora dovranno essere i primi parametri da rispettare. Nulla deve tornare com’era prima.

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