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Dl semplificazioni, via il massimo ribasso. E Draghi riceve i sindacati

Quando la bozza del decreto semplificazioni entra nella cabina di regia convocata da Mario Draghi, il destino della norma sul massimo ribasso per la concessione degli appalti è già segnato. Avversata da Pd, M5s e sindacati viene stralciata e alla fine a essere soddisfatto è presino Matteo Salvini. Dunque, non passa la regola per cui nelle gare pubbliche il contratto viene affidato a chi presenta il prezzo più conveniente.

Il provvedimento, che approderà domani in Consiglio dei ministri, e di fatto il primo step per l’attuazione del Pnrr e infatti contiene anche le norme sulla governance del piano stesso (nei primi 17 articoli su un totale di 65).

Altra norma controversa contenuta nel testo iniziale era quella legata ai subappalti e a una sostanziale liberalizzazione degli stessi. Un passaggio su cui i ministri della Salute e del Lavoro, Roberto Speranza e Andrea Orlando, hanno chiesto che ci fosse un confronto con i sindacati.

Incontro che si è tenuto questo pomeriggio e dal quale i sindacati escono solo in parte soddisfatti. Se, infatti, sulla questione dei subappalti – che dovrebbe essere risolta in via transitoria ritoccando leggermente l’attuale tetto del 40% e rinviando la questione ad altro provvedimento – Draghi ha fatto delle “aperture”, resta aperto il nodo del blocco dei licenziamenti. “Abbiamo posto il problema che la mediazione trovata per noi non è sufficiente. Non ci convince”, spiega lasciando palazzo Chigi il segretario della Cgil, Maurizio Landini. “Abbiamo chiesto l’impegno a riaprire un confronto. Hanno preso atto, ma – aggiunge – non abbiamo ancora una risposta e per noi rimane un problema aperto. Deve diventare una norma che ci sia un confronto prima di prendere delle decisioni, poi ciascuno si assume responsabilità”.

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