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Marito, moglie e i debiti con il fisco

La pandemia non è soltanto un’emergenza sanitaria, è un urlo. Una creatura mitica sospinta da una corrente di desiderio e dal bisogno di pronunciare qualcosa con tutto il fiato possibile.

E’ il tema dell’ultimo lavoro di Alessandro Baricco dal titolo “Quel che stavamo cercando”.

Un breve scritto in cui lo scrittore torinese coglie nelle contraddizioni del nostro tempo il volano di concause che ha generato il mito della pandemia. Un’analisi lucida che prova a sciogliere un intreccio complicato: un groviglio fatto di propensione al cambiamento e di nostalgia del passato.

L’emergenza economica si accompagna a quella psicologica e familiare delineando i contorni di un tessuto sociale in grande trasformazione, indebolito e fragile, che coagula il senso di quell’urlo. Già dagli ultimi decenni del ‘900 numerosi fattori di cambiamento hanno posto in crisi il modello tradizionale di famiglia coniugale nell’affermazione di una crescente molteplicità e diversità riguardo ai valori. Dopo oltre un anno di pandemia l’Associazione Nazionale degli Avvocati Divorzisti lancia l’allarme dell’aumento del 60% delle separazioni registrando una forte accelerazione di quel processo di sfaldamento del matrimonio già in atto da tempo. Proprio nell’ambito delle contraddizioni sociali del pluralismo democratico si colloca l’argomento della responsabilità tributaria del coniuge in regime di separazione dei beni.

La scelta del regime di separazione dei beni in seno al matrimonio non tutela fino in fondo i distinti patrimoni lasciando esposti alla responsabilità tributaria solidale. Il coniuge in regime di separazione dei beni è tenuto infatti a rispondere per le obbligazioni dell’altro nell’ipotesi in cui i debiti siano stati contratti nell’interesse della famiglia. Tale principio, già prevalente in dottrina, trova conferma nella recente giurisprudenza che esclude la responsabilità tributaria tra coniugi solo nel caso in cui i debiti siano maturati per far fronte ai “bisogni primari della famiglia”.

L’elemento discriminante si sostanzia dunque nella differenza tra debiti contratti per spese indispensabili al sostentamento della famiglia e debiti contratti nell’interesse della famiglia per spese non indispensabili. Ne consegue che il coniuge in regime di separazione dei beni può essere chiamato a rispondere dei debiti tributari accumulati dall’altro per esigenze familiari anche se maturati per un’attività condotta in modo esclusivo dal coniuge debitore.

L’organizzazione familiare, unitariamente intesa nell’ambito del matrimonio, assume cosi’ rilievo tributario a prescindere dal regime prescelto nella evidente discriminazione di un modello di società ancora prevalente.

Sotto il profilo strettamente giuridico l’orientamento della giurisprudenza scuote gli equilibri familiari e apre il campo a diverse soluzioni laddove non si voglia porre a rischio i patrimoni. Vale in ogni caso ricordare che l’Agenzia della riscossione potrà richiedere la dichiarazione d’inefficacia di qualsiasi negozio giuridico avente ad oggetto i patrimoni dei coniugi successivo alla nascita del debito.

Sfugge tuttavia il senso della ricerca di un principio giuridico che penalizza la famiglia nucleare fondata sul matrimonio, ossia quella che i sociologi considerano come comunità riproduttiva composta de genitori e figli, rispetto ad altre forme come la famiglia di fatto, la convivenza o la famiglia con un solo genitore.

Eccoci, dunque, lungo il cammino che accompagna il tramonto del matrimonio, liberi ancora di sposarci ma con la consapevolezza di rischiare tutti i beni personali a prescindere dal regime patrimoniale prescelto. Sarà nostro dovere, naturalmente, vigilare e controllare con la massima diligenza la situazione patrimoniale ed economica del coniuge.

Tempi difficili, a seconda del punto di vista, per coloro che svolgendo un attività economica corrono il rischio di indebitarsi con il Fisco. Imprenditori, commercianti, artigiani e liberi professionisti: celibi e nubili per volontà di Stato. Chissà se è questo “ Quel che stavamo cercando”.

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