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Visco: ripresa possibile ma serve sforzo collettivo

La ripresa dopo la grande crisi è possibile. Tanto che nella media dell’anno la crescita del pil potrebbe superare il 4%. A patto, però, che sia sostenuta da uno sforzo collettivo e che nessuno sia lasciato indietro. Nelle sue Considerazioni Finali, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco insiste più volte su un concetto chiave: dalla crisi si esce tutti insieme, perché, sia guardando all’economia italiana, sia guardando a quella globale, lo shock imposto dalla pandemia Covid richiede un approccio nuovo e nuove responsabilità. Perché, ricorda, “l’intensità e la rapidità con cui la pandemia ha colpito la popolazione mondiale sono state eccezionali” e “i costi umani, sociali ed economici sono stati, ancora sono, profondi”. Mentre “i progressi, sul fronte sanitario come su quello economico, sono ancora largamente disuguali”. Dalla crisi, ne è convinto il numero uno della Bankitalia, “si potrà uscire in maniera sicura e definitiva, tanto sul piano sanitario quanto su quello economico e sociale, solo se i progressi riguarderanno tutti i paesi”. La risposta delle politiche economiche “deve continuare a essere coordinata e coerente; le misure di sostegno alle famiglie e alle imprese andranno ritirate con gradualità e solo quando il miglioramento del quadro congiunturale si sarà sufficientemente consolidato e l’incertezza significativamente ridotta”.

Il Pnrr

Guardando all’Italia, Visco sintetizza cosa rappresenta il Pnrr. “Deve essere parte di uno sforzo collettivo, volto a superare le nostre debolezze strutturali, la specificità di una anemia della crescita economica che dura da oltre due decenni. Se, come ormai abbiamo ben compreso, non esistono soluzioni semplici ai nostri problemi, è oggi che si presenta un’occasione decisiva per intensificare l’impegno. Agli interventi previsti dal Piano e al connesso, articolato, programma di riforme occorre dare massima concretezza; vanno assicurate la sicurezza e la rapidità dell’esecuzione, l’efficacia e la trasparenza degli impegni finanziari”.

La sfida ‘formidabile’

Si tratta, evidenzia Visco, di “una formidabile sfida”. È quindi “essenziale che a essa partecipino con convinzione e fiducia imprese e famiglie: non è pensabile un futuro costruito sulla base di sussidi e incentivi pubblici. Ci vorrà tempo per comprendere quali saranno, dopo la pandemia e nella transizione digitale e ambientale, i nuovi “equilibri” di vita sociale e di sviluppo economico; siamo tutti chiamati a far sì che cresca e sia diffuso il benessere, siano adeguatamente protetti coloro che più saranno colpiti, chiari i costi da sopportare e progressivamente ridurre”. È certo però che “verrà meno lo stimolo, in parte artificiale, che oggi proviene da politiche macroeconomiche straordinarie ed eccezionali. Cesseranno quindi il blocco dei licenziamenti, le garanzie dello Stato sui prestiti, le moratorie sui debiti. E andrà, gradualmente ma con continuità, ridotto il fardello del debito pubblico sull’economia”.

Il ruolo dello Stato

“Dovrà certamente evolvere” il ruolo dello Stato. Dove? “Nell’offerta di servizi per lo sviluppo dell’economia e la salute e sicurezza dei cittadini, nonché nell’azione volta a ridurre le disuguaglianze, accrescere le opportunità, salvaguardare i più deboli; e sempre più la sua azione dovrà essere complementare, non contrapposta, a quella delle imprese che operano nel mercato”.

Le imprese e le famiglie

Le imprese “dovranno, nel loro stesso interesse, rafforzarsi sul piano dimensionale e su quello patrimoniale; sono necessari investimenti innovativi anche per una rapida sostituzione del capitale che l’accelerazione della transizione digitale e le necessità di sostenibilità ambientale rendono vieppiù obsoleto. Sarà in tal modo possibile offrire nuove opportunità ai giovani che più credono nella loro formazione”. Ma non basta, rileva Visco. “Non deve mancare l’impegno delle famiglie: superata questa difficile crisi, la risposta all’eccezionale numero di giovani ai margini del mercato del lavoro non può che risiedere nell’investimento in istruzione, formazione continua, cultura e conoscenza”.

Le banche

Un ruolo chiave spetta anche alle banche. “Per sostenere gli investimenti occorrerà intermediare con efficacia e con equilibrio l’elevato risparmio finanziario accumulato dalle famiglie”. Le banche, l’intero settore finanziario, “dovranno rispondere con prontezza e attenzione alle nuove sfide tecnologiche e ambientali. Avremo certamente altre occasioni per discuterne in profondità; mi preme qui sottolineare ancora una volta l’importanza che i cambiamenti avvengano – nel credito come nei pagamenti, nella gestione del risparmio come nei servizi di consulenza – con lungimiranza, in un quadro normativo stabile e chiaro, anche e soprattutto a livello europeo, con decisi progressi, inclusi quelli necessari per la prevenzione e la soluzione delle crisi bancarie”.

L’Europa

Visco parte da una premessa. “Abbiamo spesso ricordato che per conseguire pienamente i benefici della moneta unica, per evitare passi indietro, non si può che procedere verso un’unione di bilancio, nella prospettiva di una vera unione politica, di diritti e doveri comuni per tutti i cittadini dell’Unione europea. Bisogna costruire su quanto di buono è stato fatto durante questa emergenza e su quanto di buono era stato immaginato in precedenza – dopo un’altra emergenza – con le proposte per muovere verso una ‘genuina’ unione economica e monetaria”. In questo constesto, l’Italia “ha la responsabilità di mostrare i vantaggi che possono venirne per tutti i paesi”. NGEU e PNRR “non sono due sigle dal vago significato, i loro contenuti, programmatici e sostanziali, sono decisivi. Per questo è essenziale spendere bene le risorse straordinarie che il programma ci offre e tutte le altre che saranno disponibili per ridare all’economia una prospettiva stabile di sviluppo”.

Le citazioni

Il Goverantore chiude le sue Considerazioni con due citazioni significative. “In questo anche consiste la dimostrazione concreta dell’importanza dell’Europa per noi e dell’Italia per l’Europa. Riusciremo allora a cogliere il vero significato del pensiero di Jean Monnet, di un’Europa forgiata nelle crisi e “somma delle soluzioni date a queste crisi”, e dare finalmente un senso all’illuminismo di Gaetano Filangieri, di un’Europa “sede della tranquillità e della ragione”.

 

 

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