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Euro 2020 parte con i conti in rosso

Gli Europei per il rilancio del calcio con il pubblico sugli spalti. E soprattutto per portare un po’ di ossigeno nei conti, dopo il danno economico al sistema-pallone provocato dalla pandemia. Euro 2020 (siamo nel 2021 ma il nome resta questo) parte domani sera a Roma con l’esordio dell’Italia contro la Turchia. L’edizione itinerante voluta da Michel Platini quando era sullo scranno più alto dell’Uefa e già ampiamente bocciata dall’attuale segretario, Aleksandr Ceferin, l’uomo che spinge per punire Juventus, Real Madrid e Barcellona, i club carbonari della Superlega. Dalla Francia favorita, al Belgio, poi Germania, Spagna, Inghilterra, l’Italia di Mancini tra le outsider con un occhio al podio. Torna il calcio internazionale, anche per una sistemata ai conti.

I CONTI IN ROSSO DI EURO 2020

Certo, il Covid-19 ci ha già messo lo zampino, prima del fischio d’avvio di Italia-Turchia: l’Uefa, secondo le stime prodotte nelle ultime settimane, conta di ricavare almeno 1,3 miliardi di entrate dalla competizione. Le stime iniziali, messe su carta prima dell’arrivo della pandemia, erano di ricavi per 2,5 miliardi di euro, con un profitto di un miliardo di euro. Ora, con la scelta della conferma del brand Euro 2020 nonostante il posticipo forzato di un anno, in cassa finirà poco più della metà. E sarà già un mezzo miracolo, anche per le federazioni che hanno investito circa 300 milioni complessivi. Soldi freschi a bilancio, anche se, obiettivamente, si è lontani dagli incassi di Francia 2016, 1,9 miliardi tra ricavi al botteghino, diritti tv, sponsor (+38% rispetto all’edizione 2012 in Ucraina e Polonia), con la voce biglietti che incise per 270 milioni di euro. Invece a Roma, così come in altri impianti che saranno utilizzati per Euro 2020, ci sarà solo una fetta di pubblico, la quarta parte della capienza massima. Le perdite al botteghino arriveranno a circa 194 milioni di euro, come rivela l’analisi di Pitchinvasion.net, con rosso per le città ospitanti: Londra -66 milioni di euro, quasi 20 milioni per Glasgow, -16 milioni per Monaco di Baviera, Roma sotto di poco meno di 12 milioni di euro, mentre conti in pari per Budapest (dove non ci saranno restrizioni per il pubblico) e poche perdite per Baku, che accetterà tifosi sino al 50% della capienza massima dello stadio. In ogni caso, si tratta di un salasso finanziario, con l’Uefa che ha già perduto 300 milioni per il rinvio di un anno. Se Euro 2020 fosse invece stato cancellato, ci sarebbero stati altri 400 milioni di rosso.

Il CALCIO IN SOFFERENZA

In generale, Euro 2020 si inserisce in un sistema che a causa di Covid-19 presenterà un disavanzo da 8,7 miliardi di euro complessivi, di cui 7,5 miliardi dai club di alto livello. Mancati ricavi da biglietti, sponsor, tv, merchandising, come rivela lo studio annuale European Club Footballing Landscape, che stanno portando diverse società a indebitarsi ulteriormente con istituti di credito, finanziarie, prestiti dello stato a basso tasso di interesse per iniezioni di liquidità in cassa, per stipendi e costi di gestione. Un estratto conto che inciderà anche sul calciomercato ricco di tagli, ingaggi ridotti con il solo Paris Saint Germain che rinnova contratti a cifre folli: 36 milioni annui per Neymar, 12 milioni promessi a Donnarumma, altri 10 milioni al centrocampista olandese ex Liverpool, Wynaldum.

EURO 2020 E IL VALORE DEI CAMPIONI

Euro 2020 è il palcoscenico ideale anche per ritoccare, magari verso l’alto, la quotazione di diversi top player, partendo dal compagno di squadra di Neymar, Kylian Mbappè, la punta della Francia favorita per il titolo, ancora senza rinnovo con il Psg, sul tavolo un ingaggio tra i 30 e 40 milioni di euro annui. Secondo il Cies Observatory, il centro studi elvetico di cui si serve l’Uefa, la valutazione attuale dell’attaccante francese è di appena 118 milioni di euro, fuori dalla top ten dei calciatori che valgono di più a Euro 2020, proprio a causa della sua indefinita posizione al Psg, con contratto in scadenza tra un anno. Mentre gli scongiuri sono ampiamente consentiti all’Inghilterra, dove i tabloid come al solito tirano la volata per un successo internazionale che manca dal 1966: i primi tre atleti che vanno a peso d’oro sono Phil Foden (190 milioni di euro, di proprietà del Manchester City), poi Mason Greenwood (178 milioni di euro, è del Manchester United) e poi Marcus Rashford (159 milioni di euro, anche lui dello United), ovvero i tre assi offensivi, assieme a Harry Kane della nazionale di Sua Maestà a Euro 2021. Tra gli italiani, il più caro è Federico Chiesa della Juventus, 93 milioni di euro.

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