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Amazon approda a San Marino, intesa il Titano digitale

Amazon sbarca a San Marino. La piccola Repubblica scalda i motori in vista di una vigorosa ripresa post-Covid. Dopo l’inaugurazione in gran stile, ieri, del primo Outlet Village per la clientela internazionale luxury (un investimento da 175 milioni di euro di Borletti Group, Aedes Siiq, Dea Real Estate Advisor e Vlg Capital che dovrebbe attrarre fino a 2 milioni di turisti l’anno) oggi è stato il numero due del colosso statunitense Amazon, Paul Misener, a salire sul monte Titano per siglare la prima alleanza strategica con la più antica democrazia del mondo, alla presenza del Console Generale degli Usa, Ragini Gupta.

Il Memorandum of Understanding, frutto di trattative avviate all’inizio di quest’anno, acquista particolare rilievo nella città – Stato chiusa tra la Romagna e le Marche, considerata un tranquillo paradiso fiscale fino al 2008. Complici il mutato atteggiamento italiano e le pressioni internazionali, l’economia sammarinese, infatti, non si è mai realmente ripresa dalla crisi finanziaria di allora e quindi la pandemia, in un contesto già fragilizzato dall’emergenza liquidità e dalla spirale del debito, ha aperto ferite tanto profonde da fare addirittura temere, alla fine dell’anno scorso, un rischio default.

Oggi San Marino è uscita dalle black-list dei grandi istituti internazionali, ha una normativa anti-riciclaggio per molti aspetti all’avanguardia ed ha anche avviato con successo alcune riforme strutturali cruciali per il suo avvenire. Ma le finanze dello stato sono ancora in seria difficoltà così come il sistema creditizio (meno della metà delle dodici banche sammarinesi è sopravvissuta al terremoto dell’ultimo decennio) e l’intesa con il colosso americano Amazon potrebbe davvero regalare una vitale boccata d’ossigeno alla Repubblica il cui futuro sembra sempre più condizionato al successo di un nuovo modello di sviluppo, non più basato unicamente su turismo e servizi finanziari (all’ombra di un regime fiscale “competitivo” che oggi, in realtà, non c’è più).

L’intesa con il pioniere del cloud computing Amazon Web Services (AWS) giunta sul tavolo del segretario di stato all’industria, il sammarinese Fabio Righi, incentiverà non a caso progetti ad ampio spettro per promuovere l’innovazione in settori che vanno dalla governance alle infrastrutture digitali, dall’educazione alla digitalizzazione della PA. Il MoU fornirà in buona sostanza le basi per rilanciare l’antica Repubblica del Titano in chiave più competitiva a livello internazionale, digitale e moderna. Una “manna”, insomma, per un’economia che l’anno scorso, sulla scia del Covid, si è contratta di quasi il 10% secondo il Fmi e che, ovviamente, non potrà beneficiare del Recovery Fund messo a disposizione solo per i Paesi Ue.

In base al testo sottoscritto da Righi e Misener, in particolare, AWS collaborerà con San Marino nel potenziare le sue infrastrutture IT in modo da incidere sulla struttura dei costi dei servizi e migliorare l’efficienza di tutto il territorio. L’intesa prevede anche una serie di progetti “mirati sui cittadini” (per esempio, le soluzioni Smart Cities) avvalendosi dei programmi Open Data della Repubblica Sammarinese e del programma Open Data di AWS nonché il potenziamento degli istituti di formazione superiore per futuri cloud builders (che avranno accesso ad AWS Educate, un programma studiato per l’apprendimento di tecnologie cloud computing).

In campo di sostegno alle Pmi e alle startup sanmarinesi, il Memorandum prevede inoltre l’accesso della comunità imprenditoriale locale al programma AWS Activate, per ottenere crediti e training indispensabili per sviluppare velocemente il business nel cloud.

Aws, già protagonista di una rapidissima espansione globale (oggi è presente in ben 24 regioni geografiche del mondo incluso Milano, dove anno scorso è stata aperta la nuova Aws Europe) offre infatti tecnologie cloud avanzate che comprendono servizi di elaborazione, stoccaggio dati, distribuzione di contenuti e, in generale, funzionalità particolarmente utili per lanciare start-up e accelerare la trasformazione digitale di imprese e uffici. Benché il core-business Amazon sia, agli occhi di tutti, l’e—commerce globale, i bilanci di Seattle già dal 2018 certificano una realtà ben diversa: sono infatti i servizi web, di gran lunga i più evoluti tra quelli tuttora offerti sul mercato, a far guadagnare ad Amazon la fetta più grossa dei suoi profitti (circa il 58% degli incassi totali del gruppo).

Da oggi per la piccola Repubblica di San Marino si apriranno nuovi orizzonti di sviluppo: “Grazie ad Aws abbiamo la reale opportunità di diventare un laboratorio tecnologico con ricadute importanti per le nostre aziende e per l’occupazione”, non ha mancato di sottolineare Righi a margine della firma. “La collaborazione con Amazon Web Services – ha aggiunto – permetterà a San Marino di colmare le proprie lacune in ambito digitale aiutandoci a diventare uno Stato leader nel campo dell’innovazione e della tecnologia, driver fondamentali per lo sviluppo economico e sociale di un Paese che aspira a diventare un player internazionale”.

Mentre il vicepresidente Amazon per la Global Innovation Policy, Paul Misener, veniva accompagnato al Palazzo del Governo, in udienza dai Capitani Reggenti, non è sfuggito ai presenti come l’intesa, in realtà, metta fine anche all’annosa querelle tra il gruppo di Bezos e San Marino, l’unico Paese al mondo a non ricevere pacchi Amazon (se non con la ben nota escamotage di utilizzare il Cap di Rimini per aggirare l’ostacolo).

Pace è fatta, almeno così sembra, tra “titani”.

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