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Quaranta miliardi di dollari per eliminare il gender gap

Oltre quaranta miliardi di dollari per eliminare il gender gap per le donne sul posto di lavoro. L’impegno, confermato al recente Generation Equally Forum di Parigi organizzato dalle United Nations Women, per nuovi investimenti, promessi da associazioni, filantropi, aziende del settore privato, rilancia il tema delle disuguaglianze di genere dal punto di vista professionale. Tra gli investitori sull’empowerment femminile, anche l’associazione Bill e Melania Gates Foundation, 2,1 miliardi di dollari messi sul piatto dal guru storico di Microsoft per incentivare l’emancipazione economica delle donne, per assecondarne la leadership in campo lavorativo.

La fondazione degli ex coniugi Gates, in occasione dell’evento, ha fornito dati poco rassicuranti sull’occupazione femminile: due milioni di posti di lavoro in meno per le donne nel 2021, che si aggiungono ai 13 milioni perduti lo scorso anno, ovviamente a causa della pandemia. Ma, a proposito dei giganti del tech, in un settore che viaggia a mille all’ora, la rappresentanza femminile non sfiora neppure una condizione lavorativa paritaria.

Da Amazon a Facebook, così per Microsoft, Apple e Google. C’è ancora tanto lavoro da fare nelle Big Tech. Secondo i dati forniti dalle stesse multinazionali e aggiornati a giugno di quest’anno, per esempio in Amazon il 45% della forza lavoro è femminile (il dato più alto tra le cinque compagnie che dominano le strategie del mercato tecnologico) ma solo il 29% riesce ad accedere a ruoli dirigenziali.

La presenza femminile negli uffici di Facebook arriva appena al 37%, con quota più bassa per i ruoli da dirigente (34%) e ancora meno (il 24% del totale) nella divisione tecnologica dell’azienda. Stessa percentuale di donne nel settore tecnologico per Apple, ma il colosso della mela impiega il 34% della forza lavoro complessiva al femminile, con solo il 31% delle donne con ruoli dirigenziali. Insomma, la soglia del 50% è assai lontana, incolmabile anche nel breve periodo, nonostante l’impegno, gli investimenti, i buoni propositi. In Google i dati sull’occupazione femminile sono pure più bassi: il 33% complessivo, il 28% dei ruoli apicali dell’azienda, il 25% nell’area tech. Infine, Microsoft, che presenta il quadro meno favorevole per l’occupazione femminile nell’ambito dei colossi citati del tech: appena il 29% dei dipendenti è donna, nei ruoli dirigenziali la quota scende al 26%, fino al 23% dei posti di lavoro disponibili nel settore tecnologico.

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