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Non solo Messi, il calcio dimezza le spese

Il miglior calciatore al mondo, Messi, a metà prezzo. E poi Cristiano Ronaldo che in sostanza non trova amatori per il suo ingaggio da 31 milioni di euro annui. Nel conto finisce anche Kylian Mbappè, il fenomeno francese del Psg che non rinnova, che vuole il Real Madrid, ma che gli spagnoli non possono portare a casa, almeno fino alla prossima stagione, ingaggiandolo a parametro zero, per motivi di bilancio. E’ la nuova dimensione del calcio internazionale, niente più follie, accordi a prezzi sfrenati. Ora le parole chiave sono debiti, prestiti, tagli, salary cap.

IL NUOVO ACCORDO CON IL BARCA

La notizia dell’accordo tra Messi e il Barcellona ha posto fine a una situazione irreale: per oltre due settimane il favorito assoluto al Pallone d’Oro (e sarebbe il settimo…) è stato libero. Senza vincoli contrattuali, senza un club. Oltre 800 gol in carriera, la Coppa America vinta quasi da solo nelle scorse settimane, il Barcellona ancora oggi non potrebbe rinnovargli il contratto. E nessun altra società, neppure nella ricca Premier League, è parsa pronta a edificare ponti d’oro per portarlo via dalla Catalogna. Neppure il Manchester City di Pep Guardiola, che con Messi ha vinto tutto al Barcellona: il club inglese ha fatto i conti, perduti oltre 270 milioni di euro a causa delle restrizioni imposte dal Covid-19. Messi era gratis (almeno per il costo del cartellino) e non c’è stata la fila alla porta. Come se Michael Jordan, una volta lasciato i Chicago Bulls negli anni Novanta, non avesse trovato estimatori, oppure altri fenomeni di sport di squadra (Lebron James, Tom Brady) si ritrovassero all’improvviso senza un contratto a poche settimane dal via della nuova stagione. Ora l’accordo è trovato, addirittura a metà dell’ingaggio percepito da Messi negli ultimi anni: per 25 milioni di euro annui e l’arrivo di qualche sponsor dell’ultima ora, la carriera della Pulce finirà con il Barça. Ma al club catalano servono 200 milioni in tempi rapidi, il presidente della Liga spagnola Tebas è stato chiaro: il Barça deve rientrare nei parametri stabiliti dalla Lega, che ha varato il salary cap da 347 milioni di euro (il Barcellona era oltre quota 600 milioni, nella passata stagione è sceso a 410 milioni). In sostanza, per riconfermare Messi e non mettere a rischio le coronarie del tifo del Barça, tra ingaggi risparmiati e cessioni dal mercato devono saltar fuori i 200 milioni per rientrare nel tetto salariale e poter offrire un contratto a Messi. Il tutto, entro il 14 agosto, la deadline per la lista delle squadre da fornire alla lega per il nuovo torneo, per registrare Messi come un nuovo acquisto, al pari di Sergio Aguero, arrivato a costo zero al Barcellona. Incredibile, per un club che due anni fa è stato il primo ad andare oltre il miliardo di euro di entrate, ma che a bilancio conta oltre un miliardo di euro di debiti.

LA FINE DEGLI INGAGGI MONSTRE

Dunque, anche il fenomeno argentino si è accontentato, con un rinnovo a cifre assai inferiori rispetto all’ultimo contratto di quattro anni, 555 milioni di euro versati sul suo conto in banca, facendo notizia in ogni angolo del mondo. Ma è il trend del calcio, che non mette al riparo neppure le icone, chi ha portato bellezza, visibilità, sponsor, un pacchetto di tifosi mediatici, tra le varie piattaforme social. C’è per esempio il caso di Cristiano Ronaldo e quei 31 milioni di euro che si vedrà assicurati dalla Juventus, se il club torinese (che in autunno procederà a un altro aumento di capitale, stavolta da 400 milioni di euro) non riuscisse a spalmare su più anni l’accordo con il portoghese o meglio ancora venderlo in Premier League. In altri tempi, sarebbe già avvenuto. Anche al Real Madrid, che invece nelle ultime ore ha informato del suo debito causa Covid-19, circa 300 milioni di euro. Niente da fare, la regola del freno alle spese pazze sinora riguarda tutte, o quasi. Solo il Psg spende, soprattutto per gli ingaggi, 12 milioni annui a Donnarumma, anche di più per Sergio Ramos, poco meno per l’ex Liverpool, Wijnaldum. Sono l’unica eccezione, spese sfrenate nell’anno che porta ai Mondiali in Qatar, praticamente sponsorizzati dalla proprietà del Psg. Dunque, tagliare, tagliare, tagliare. Anche l’ingaggio di uno dei migliori di sempre. Dove non è arrivato il Fair Play Finanziario, è arrivato il Covid-19.

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