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Nel primo semestre le catastrofi naturali mondiali sono costate 77 mld

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Le perdite economiche globali dovute a disastri e catastrofi naturali sono stimate a 77 miliardi di dollari nella prima metà del 2021, in calo del 33% rispetto ai 114 miliardi di dollari registrati nel 2020. È quanto emerge dal report pubblicato da riassicuratore svizzero Swiss Re sottolineando che si tratta di un valore inferiore alla media degli ultimi dieci anni (108 miliardi di dollari).

Delle perdite economiche totali stimate nella prima metà del 2021, 74 miliardi di dollari sono stati causati da catastrofi naturali, mentre i disastri causati dall’uomo hanno provocato ulteriori 3 miliardi di dollari. Quasi 4.500 persone hanno perso la vita o sono scomparse in eventi catastrofici nel primo semestre.

A salire sono i costi assicurativi mondiali, fortemente impattati dalla crisi climatica. Secondo le stime preliminari elaborate da Swiss Re Institute, nella prima metà del 2021 il gelo invernale, le grandinate e gli incendi hanno avuto un costo assicurativo pari a 40 miliardi di dollari, in crescita del 13% rispetto ai 35 miliardi di dollari del primo semestre del 2020.

Un dato questo che è al di sopra della media decennale precedente di 33 miliardi di dollari e il secondo più alto mai registrato per un primo semestre dal 2011, quando i forti terremoti in Giappone e Nuova Zelanda hanno spinto il totale semestrale a 104 miliardi di dollari. I disastri causati dall’uomo hanno causato altri 2 miliardi di dollari di costi assicurativi nella prima metà di quest’anno, meno del solito e probabilmente a causa delle restrizioni legate al Covid-19.

Per Martin Bertogg di Swiss Re “gli effetti del cambiamento climatico si manifestano con temperature più calde, innalzamento del livello del mare, precipitazioni più irregolari e condizioni meteorologiche estreme. Insieme al rapido sviluppo urbano e all’accumulo di ricchezza nelle aree soggette a disastri, i pericoli secondari, come tempeste invernali, grandine, inondazioni o incendi, portano a perdite catastrofiche sempre maggiori. L’esperienza finora nel 2021 sottolinea i crescenti rischi di questi pericoli, esponendo comunità sempre più grandi a eventi climatici estremi. Ad esempio, la tempesta invernale Uri ha raggiunto un costo paragonabile a quello provocato da un uragano. Il settore assicurativo deve potenziare le sue capacità di valutazione del rischio per questi pericoli meno monitorati per mantenere ed espandere il suo contributo alla resilienza finanziaria”.

Il cambiamento climatico, commenta il capo economista di Swiss Re, Jerome Jean Haegeli, “rappresenta uno dei maggiori rischi per la società e l’economia globale. La recente analisi dell’Ipcc delle Nazioni Unite conferma che ci dobbiamo aspettare condizioni meteorologiche più estreme in futuro e sottolinea l’urgenza di agire per limitare il riscaldamento globale”.

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