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Per gli aeroporti europei i primi sei mesi 2021 peggiori del 2020

Gli aeroporti europei ancora non vedono la luce. Anzi, continuano a precipitare in una spirale che sembra non avere fine: nei primi sei mesi del 2021 l’emorragia di passeggeri è continuata e si è aggravata rispetto ai già difficilissimi mesi del 2020. Lo rivela il report sull’andamento del traffico reso noto da Aci Europe, l’associazione europea dei gestori aeroportuali. Solo a luglio si sono visti i primi, timidi segnali di rimbalzo ma l’outlook oltre il picco estivo resta incerto. In controtendenza il traffico cargo, che è praticamente tornato ai livelli del 2019 e risulta in crescita sul 2020.

Dopo aver perso il 64,2% del traffico passeggeri nella prima metà del 2020 rispetto al pre-pandemia, nell’analogo periodo di quest’anno gli scali europei sono scesi ancora fino a toccare -76,9%. “Questi mesi del 2021 sono stati peggiori dello scorso anno, abbiamo lasciato sul terreno un ulteriore terzo dei volumi”, commenta Olivier Jankovec, direttore generale di Aci Europe. “Sono il risultato delle restrizioni agli spostamenti – prosegue – introdotte di nuovo dagli Stati europei all’inizio dell’anno e rimaste tali anche in primavera, quando il continente è stato colpito dalla terza ondata di Covid 19. L’impatto è stato sentito da tutti gli scali, ma sono stati quelli del mercato dell’area Eu, Eea, Svizzera e Uk, a subire i colpi peggiori mentre nel resto dell’Europa nel secondo trimestre è iniziata la risalita”.

Gli aeroporti dei Paesi Eu, Eea, Svizzera e Uk (Eu+) hanno dovuto incassare un crollo del traffico doppio rispetto a quelli del resto d’Europa: nella prima metà del 2021 hanno segnato un -84,1% sul 2019 e un -54,6% sul 2020 mentre gli scali non Eu+ hanno avuto un calo del 42,9% sul 2019 e addirittura ribaltato il risultato, tornando in terreno positivo, sul 2020 a +36%. L’Irlanda a -93,5%, la Finlandia a -92,1% e l’Ungheria a -91,9% hanno registrato le performance peggiori, all’altro capo dello spettro Romania a -71,7%, Bulgaria a -73,6%, Grecia a -76,9% e Spagna a -78,8%.

Le perdite più contenute di passeggeri nei Paesi non EU+ riflettono divieti di viaggio meno severi e più brevi oltre a una maggiore resilienza del traffico domestico, che si è ridotto solo del 17,3% sul 2019 contro il -68,6% dei Paesi Eu+ e a giugno era di nuovo sopra i livelli pre-pandemia con un +8,6%. Nel primo semestre 2021 a far registrare i migliori risultati sono stati gli aeroporti in Russia (-27,2), Kosovo (-32%), Uzbekistan (-41,8%), Ucraina (-47,6%) e Turchia (-59,7%).

Questa doppia velocità del mercato aeroportuale tra le diverse aree dell’Europa ha completamente rivoluzionato la classifica “tradizionale” degli aeroporti: i primi cinque scali per volumi di passeggeri sono tutti russi e turchi con Istanbul al primo posto (-62,5%) seguito da Mosca Sheremetyevo (-51,4%) e Mosca Domodedovo. A pagare il dazio più salato alla pandemia sono stati i big del continente, con performance peggiori della media: Londra Heathrow, il più colpito, ha perso il 90,1% dei viaggiatori, dall’essere l’aeroporto più trafficato è precipitato al 14° posto, Paris Charles de Gaulle (-81.8%) dal secondo posto è sceso al 7°, Francoforte (-80,7%) dal terzo al 9° e Amsterdam-Schipol (-83,8%) dal quarto al 10°. Anche altri hubs come Dublino, Copenhagen, Stoccolma, Vienna, Zurigo e Monaco sono andati male, compreso Roma Fiumicino (-86,2%), caduto dal decimo al diciottesimo posto.

Non si è, al contrario, fermato il traffico cargo, che ha anzi giocato un ruolo di primo piano nel garantire le forniture sanitarie e la movimentazione dei vaccini: nel primo semestre era sotto il 2019 di appena l’1’,1% mentre sul 2020 risultava già in recupero del +25%.

I dati preliminari di luglio lasciano intravedere qualche spiraglio di luce rispetto al buio fitto della prima parte dell’anno: la perdita di passeggeri sul 2019 si è fermata a -51% mentre – finalmente – i volumi totali rispetto a luglio 2020 sono più che raddoppiati, 127,4 milioni di viaggiatori rispetto a 57,4 milioni. Anche se il mercato degli aeroporti europei resta a due velocità con l’area Eu+ a -57% e il resto d’Europa a -27%.

La situazione sta gradualmente migliorando, ma attenzione a non commettere errori di valutazione: il 2021 non sarà per noi l’anno della ripresa – conclude Olivier Jankovec -, siamo ancora lontani. Quest’anno gli aeroporti europei hanno già perso oltre 1 miliardo di passeggeri, più dell’anno scorso. I ricavi per sostenere l’operatività delle infrastrutture aeroportuali ancora non ci sono, si va avanti sul debito. E resta l’incertezza su quel che succederà finita l’estate: dipende dai progressi nelle vaccinazioni in Europa e nel mondo e soprattutto da quel che faranno i governi per permettere e facilitare i viaggi. I nostri occhi sono puntati sul mercato americano che resta chiuso ai viaggiatori europei, aumentando esponenzialmente il livello di frustrazione su entrambe le sponde dell’Atlantico ogni giorno che passa”.

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