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Afghanistan, Draghi cerca soluzioni. Salvini: no ai profughi

Ci sono momenti in cui le distanze tra le persone diventano plasticamente incolmabili. Sono i fatti e le parole ad allontanarle, soprattutto quando la portata degli eventi diventa storica, come nel caso del ritorno dei Talebani al potere in Afghanistan. Mentre il premier Mario Draghi si muove per cercare soluzioni, e si spende sul panorama internazionale per affrontare la prima delle emergenze, quella dei profughi che vanno protetti e messi in sicurezza, il leader di uno dei principali partiti che lo sostiene, Matteo Salvini, non si stanca di ripetere il suo mantra: no all’accoglienza dei migranti. Sempre e comunque, con una cadenza ossessiva.

Da una parte ci sono i contatti e le parole del premier, dall’altra la perenne campagna elettorale del leghista.

In un’intervista al Tg1, Draghi mette in chiaro quali devono essere le priorità in questo momento: “Il futuro è fatto di difesa dei diritti fondamentali, dei diritti delle donne e di tutti coloro che si sono esposti per questi diritti”. Due sono le parole chiave, “accoglienza e sicurezza”. Richiedono una “cooperazione stretta fra tutti i Paesi, a partire da quelli europei”. Per questo, il premier assicura: “L’Europa sarà all’altezza”.

Prima, era stata una nota di Palazzo Chigi a dare notizia del confronto con Angela Merkel. A fronte dell’aggravarsi della situazione sul terreno in Afghanistan e nel quadro dei contatti internazionali avviati sulla crisi, il Presidente del Consiglio ha avuto una conversazione telefonica con la Cancelliera della Repubblica Federale di Germania, Angela Merkel. Nel corso del colloquio è stata discussa la protezione umanitaria di quanti hanno collaborato con le Istituzioni italiane e tedesche in questi anni e delle categorie più vulnerabili, a partire dalle donne afghane. Sono state inoltre approfondite le possibili iniziative da adottare in ambito Unione Europea, G7 e G20 a favore della stabilità dell’Afghanistan e a tutela delle conquiste in materia di diritti umani e di libertà fondamentali conseguite nel corso degli ultimi vent’anni.

Protezione umanitaria, tutela dei diritti e delle libertà fondamentali. Prevedono anche l’accoglienza, la disponibilità a ospitare famiglie in fuga. Anche i comuni italiani si muovono. “I sindaci italiani sono pronti a fare la loro parte nell’accogliere le famiglie afghane”, dice Matteo Biffoni, delegato Anci per l’immigrazione. “Non c’è tempo da perdere, sappiamo bene come i civili che hanno collaborato con le nostre missioni in Afghanistan oggi siano in forte pericolo, soprattutto donne e minori. Il governo si sta muovendo per salvare vite umane, attraverso l’azione delle prefetture sul territorio e i sindaci mettono a disposizione la propria esperienza, per questo abbiamo scritto al ministro dell’Interno Lamorgese e abbiamo avvisato il ministero della Difesa”.

I sindaci aprono, l’ex ministro dell’Interno Salvini chiude. “Abbiamo già registrato circa 35mila arrivi via mare, per non parlare di quelli via terra, e ora la fuga dall’Afghanistan rischia di essere un disastro. L’Italia non può permettersi di accogliere decine di migliaia di persone visto che i centri di accoglienza stanno già esplodendo”. No ai migranti, no ai rifugiati. Sempre e comunque, anche quando la storia imporrebbe un po’ di buon senso.

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