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Draghi, Afghanistan e non solo. I nodi della ripresa

In cima alle preoccupazioni del premier Mario Draghi, al momento, c’è soprattutto l’Afghanistan e l’obiettivo di un G20 – presieduto dall’Italia – che aiuti a trovare una soluzione alla crisi. Ma la ripresa dell’attività governativa e parlamentare porta con sé nodi rimasti insoluti prima dell’estate o contrapposizioni che durante la pausa sono state alimentate proprio dal dibattito tra le forze politiche. D’altra parte, il presidente del Consiglio sa bene che nei prossimi mesi dovrà condurre la barca dell’esecutivo attraverso i marosi provocati dal combinato disposto del semestre bianco e delle amministrative.

Tra i problemi, certamente, lo scontro sul reddito di cittadinanza. Se il buongiorno si vede dal mattino, le scintille che già ci sono state tra Matteo Salvini e Giuseppe Conte fanno chiaramente capire che sarà uno dei terreni più caldi. Il leader della Lega, affiancato da Fdi e Forza Italia ma anche da Renzi, ha già annunciato battaglia per la cancellazione mentre il M5s, pur aprendo a correzioni, difende la ‘sua creatura’. “L’iniziativa del centrodestra, spalleggiata da Italia viva, non potrà avere successo, perché il reddito di cittadinanza è un fatto di necessità oltre che di civiltà”, ha detto oggi al Corriere della Sera Giuseppe Conte. E accanto ai pentastellati si schiera sostanzialmente il segretario del Pd, Enrico Letta che fa riferimento alle parole di Mario Draghi che, poche settimane fa, aveva spiegato di condividere la filosofia di quella misura. “Il presidente del Consiglio ha aperto una discussione che consente di prendere il buono che c’è stato, perché del buono c’è stato, ma di migliorare e di superare soprattutto quei limiti che si sono riscontrati. Credo che questo sia il metodo migliore e noi siamo per questo metodo”.

Altro tema che si preannuncia incandescente è poi quello delle pensioni. D’altra parte, quota 100 sta alla Lega come il reddito di cittadinanza al M5s. Entrambi residui dell’alleanza giallo-verde che fu, ora oggetto di scontro tra i due partiti tanto che Salvini propone di prorogare la misura proprio utilizzando i fondi destinati al Rdc. Il dibattito per superarla è tuttavia già aperto, anche perché in mancanza di interventi si tornerebbe a quanto prevedeva la legge Fornero, con un balzo, dal primo gennaio del 2022, dai 62 ai 67 anni per andare in pensione. I sindacati propongono invece flessibilità in uscita a partire dai 62 anni di età o con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica.

Ci sono poi due temi su cui il governo è peraltro in ritardo rispetto al timing fissato dal Pnrr: riforma fiscale e legge sulla concorrenza. Entrambe erano attese a luglio, ma alla fine sono state rimandate per risolvere il nodo considerato in quel momento prioritario della riforma della giustizia. Per quanto riguarda il fisco, le forze politiche condividono alcuni punti come la cancellazione dell’Irap o una modifica del terzo scaglione dell’Irpef mentre è scontro su alcune misure bandiera come la flat tax (cara al centrodestra) e la tassa sui più ricchi a favore di un fondo per i diciottenni (proposta da Letta).

Tra i temi di cui si è discusso molto nelle ultime settimane c’è poi quello degli ammortizzatori sociali, anche se in questo caso si pone soprattutto un problema di risorse. Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha illustrato a inizio agosto la sua proposta ai sindacati, ma non sono stati registrati passi avanti. Per il 2 settembre è previsto un nuovo incontro. La dotazione a disposizione per gli interventi si ferma per ora a 1,5 miliardi di euro, prelevati dal soppresso cashback.

Problemi all’interno del governo, ma anche tra l’esecutivo e Confindustria, sta inoltre causando la questione delle delocalizzazioni, ossia il ddl che dovrebbe limitare la fuga delle imprese che spostano la produzione altrove dopo aver ottenuto incentivi in Italia. Il presidente degli Industriali, Carlo Bonomi, ha apertamente criticato la bozza di testo del ministro Orlando, da cui ha di fatto preso le distanze anche il leghista Giancarlo Giorgetti.

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